L’opera mette a fuoco sia l’elemento ieratico simbolico della “pietra eretta”, di cui l’arte si nutre nei suoi legami con la Tradizione, sia di quell’intuizione destinata ad evolversi, secondo la quale spesso tra le cose non vi sono relazioni coerenti. La scultura è quindi concepita come aggregazione di parti tipiche di una costruzione abusiva verso una forma che considera anche l’atto della decostruzione. Se i “siti” si ponevano l’obiettivo di individuare un luogo, la “Grande Stele” sembra ergersi su di lui traguardando sacro e memoria.
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