Elsie Wunderlich produce una serie di opere in bronzo dove l’essenza della forma viene data dall’astrazione, ricca di una spiritualità antica, che rimanda ad un’entità naturale o soprannaturale totemizzata. L’antica magia del bronzo, caratterizzata in superficie da una patina scura, aggiunge un alone di mistero e intimità alle opere, che possono essere codificate come monumenti volti al recupero di un’espressività primordiale. Il bronzo, inoltre, con il passare del tempo acquista un colore simile alla vegetazione ed in tal modo l’artista, con l’impiego di tale materiale, riesce a riprodurre mimeticamente la natura e a creare così un inedito confronto tra i processi formativi naturali e quelli legati ad un fare artistico.
Le sculture hanno una forma piramidale affusolata alla base mentre nella parte più alta si presentano in una conformazione che richiama gli elementi naturalistici delle foglie.
Nella parte superiore, è presente un viso che si fonde con la chioma di un albero o talvolta sorge all’interno dei petali di un fiore. Queste sculture presentano l’uomo come custode della natura ed in posizione di inferiorità di fronte alla grandezza di quest’ultima, solo l’arte può
tentare un unione simbiotica.
Le opere di Rojas sono come pagine di un libro, nel quale il racconto cattura la storia di un popolo, con le sue tradizioni e le successive evoluzioni.
Basterebbe “sfogliare” la serie di opere “Espantapajaros” dove il senso comune attribuirebbe a uno spaventapasseri la funzione di respingere gli uccelli che si nutrono di quello che viene coltivato; in realtà è probabile che l’artista raffiguri questo corpo senza vita al fine di alludere a una situazione politico-economica attuale, quella di un popolo che cerca di scappare dalle “mummie” che hanno colpito il Paese. I grandi problemi della denutrizione, della enorme disparità e disuguaglianza tra la popolazione ricca e quella povera, della concentrazione della terra in mano a pochi grandi proprietari terrieri, costituiscono la causa di profonde implicazioni socio-economiche che colpiscono la fasciapi ù vulnerabile della società. Elmar Rojas lascia la sua firma connotandola da toni fiabeschi come testimonianza costante della presenza dell’uomo e del suo continuo rapporto con la natura, aprendo considerazioni più ampie sui segni lasciati da questo sull’ambiente, sul rapporto tra creatività artistica e storia.