Pechstein è uno dei capofila dell’Espressionismo tedesco. In particolare è un esponente del gruppo Die Brücke, ovvero “Il Ponte”, che comprende altri celebrati maestri come Kirchner e Heckel. Furono loro, ancora giovani, a creare quella rottura stilistica fondamentale che, recependo le opere di Van Gogh e di Gauguin, introdusse prima in Germania e poi in Europa il nuovo modo espressionista di concepire l’arte, ovvero una pittura dai toni forti, che in parte si richiamava a suggestioni africane e oceaniche, esibendo nudi provocanti e figure apparentemente appena abbozzate, in realtà assai intense. Pechstein del gruppo era l’unico con una vera formazione scolastica. Egli si specializzò soprattutto in scene di giovani donne dai tratti africani o asiatici, spesso immerse in grandi paesaggi rutilanti di colore. Quest’opera ci mostra una ragazza seminuda dal fisico asciutto e attraente, ritratta in un interno dai colori rossastri. Il pennello dell’autore impreziosisce alcuni particolari con riflessi verdi e azzurri. Appare così un personaggio dalla sensualità spontanea, a metà tra le polinesiane di Gauguin ed una protagonista femminile della Germania moderna. Inutile dire che Pechstein venne coinvolto insieme agli amici nel grande falò delle arti ordinato da Hitler, il responsabile primo della nefasta missione che intendeva distruggere la cosiddetta arte degenerata.
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