La coppa e il piede, completamente lisci, sono lavorati a sbalzo, mentre il nodo, i distanziatori e le due anse sono stati fusi e poi lavorati a cesello e bulino. Le anse hanno la forma di draghi alati, che sono ripetuti anche nella decorazione del nodo. Fu certamente utilizzato per la distribuzione del vino eucaristico sino a quando nella chiesa latina fu in uso la comunione sotto le due specie, ossia fine del XII secolo. In seguito, con l'inserimento nel nodo della teca contenente un dente del patrono, il vaso divenne reliquiario e fu utilizzato per dar da bere (acqua e vibo benedetti) ai pellegrini in transito sulla via Francigena o ai fedeli morsi da animali velenosi e cani idrofobi, legando, forse inconsapevolmente, all'azione taumaturgica dell'oggetto il simbolismo medievale del buon dragone, il cui sangue era usato come disinfettante e cicatrizzante