Molto ricco l'assetto decorativo di questo clavicembalo. Le tarsie a lisca di pesce sui fianchi sono in acero e noce, quelle del listello frontale in ebano, madreperla e radica di noce. Intarsi in madreperla ornano anche il traversino d'ebano sopra i saltarelli e tutto il profilo dello strumento è listato da una cornice, sempre in ebano, con un intarsio a palmette nuovamente in madreperla. La tastiera, stilisticamente affine al resto dei decori, sembra però non essere originale. Non ci sono motivi invece per dubitare dell'iscrizione che attribuisce quest'opera al milanese Antonio Scotti. Si tratta quasi sicuramente di quel Giovanni Antonio Scotti "organista" - ossia artigiano del settore degli organi e di altri strumenti a tastiera, secondo un significato della parola diffuso nel Settecento - che viene citato in un documento del 1737 recentemente scoperto presso l'Archivio del Capitolo Metropolitano di Milano.
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