Henri Rouart (1833-1912) ─ industriale e collezionista, pittore e sostenitore degli impressionisti ─ conobbe Rosso nel gennaio 1890, come testimoniano numerose fonti. Sappiamo con certezza che Rouart acquistò da Rosso le copie di "Frileuse", "Niccolò da Uzzano", "Gavroche" e "Bambino ebreo" ospitando inoltre lo studio dello scultore nella sua fabbrica in Boulevard Voltaire, dove questi ne realizzò il ritratto.
L’originale in gesso venne modellato nel 1890 e si trova ora al Museo Rosso di Barzio, mentre un altro gesso si conserva ad Anversa. La versione in bronzo venne fusa lo stesso anno a Parigi, ma Rouart non la ritirò mai dallo studio di Rosso e alla sua morte passò al figlio Louis. Forse in questa occasione Rosso ne realizzò la versione in cera nera della Galleria d’Arte Moderna, che nel 1914 fu inviata alla Biennale di Venezia. Quest’opera, dopo aver presenziato a numerose esposizioni a Milano ed aver fatto parte dell’allestimento del Museo Rosso di Barzio, passò a Gianni Mattioli prima e a Virginio Ghiringhelli poi, per essere infine acquisita dal museo nel 1953, in occasione dell’importante lascito di Francesco Rosso.