SEMBRA la carrozza di Cenerentola ma non lo è: nasconde una magia ben più grande. E’ la magia di un veicolo capace di muoversi da sé, senza più i cavalli sostituiti da un cuore meccanico, il motore. In questo caso è un motore a vapore, realizzato nel 1854 dal Capitano del Genio Virginio Bordino, torinese ((1804-1879), che dopo una lunga permanenza in Inghilterra per studiare la locomozione meccanica, rientrato in patria progetta, con l’intento di svagare la figlia gravemente malata, due vetture a vapore, un calesse a tre ruote e l’elegante vettura con carrozzeria landau giunta fino a noi. Questo veicolo monumentale fu visto circolare a Torino svariate volte, tra il 1854 e il 1865, alla “velocità” di ben 8 km all’ora (in piano) e con un consumo di 30 kg di carbon coke all’ora. Fu uno dei più ingegnosi tentativi di applicare il motore a vapore, utilizzato fino a quel momento per attività industriali o sulle locomotive, ad un mezzo di trasporto individuale. Rivelandone però fin da subito tutti i limiti, se applicato a piccole potenze: perché ne risulta un veicolo lento, pesante, ingombrante, di difficile gestione e grandi consumi.