Artista tra i più celebrati nella Firenze della prima metà del Seicento, Matteo Rosselli si rivela molto sensibile ai risvolti narrativi della rappresentazione, e svolge questo soggetto in modo singolare. Anzichè il consueto momento drammatico del sacrificio, con l'angelo che interviene a bloccare il gesto di Abramo, mette in scena l'episodio precedente della conversazione tra Abramo ed il figlio che si avviano al sacrificio dopo aver lasciato a valle i servitori. Isacco porta a spalle la fascina di legna, Abramo regge il braciere ed esibisce il pugnale infilato nella sciarpa attorno alla vita. Si tratta certamente di un quadro destinato a una collezione privata, come mostra l'accentuazione degli aspetti profani e teatrali, ad esempio l'abbondanza dei panneggi riccamente decorati. E' riferibile alla piena maturità dell'artista, verso la fine del quarto decennio del Seicento.
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