Brochure creata negli anni '60 dalla Eko per pubblicizzare quella che sarebbe diventata la chitarra simbolo della musica beat italiana dell’epoca. La chitarra è nata dal rapporto con il gruppo beat Rokes, fu esportata negli Stati Uniti come Rocket (razzo), poi per motivi legali (Rocket era già stato registrato da Gretsch per una batteria) il nome mutò in Rok. Il modello venne disegnato nel 1965, usato inizialmente in esclusiva dai Rokes poi lanciato commercialmente nel 1966-67. Si dice che fosse ispirata dalla Gibson Flying V, infatti sono numerose le somiglianze. Ma la Flying V, inizialmente costruita in pochi esemplari nel 1958, aveva solo lasciato il ricordo di un fallimento commerciale clamoroso. La sola rock-star di rilievo internazionale che l’usava era Dave Davies dei Kinks, che si fece vedere occasionalmente con una Flying V nel 1966, mentre Gibson stava riprendendo la produzione del modello. Ma in quel momento i Rokes stavano già suonando con la chitarra Rokes di Eko sui palcoscenici di tutta Italia. Solo nel 1967 Hendrix darà alla Flying V una visibilità televisiva e una fama che tuttora perdura dalle parti dei heavy-metalmeccanici, mentre i modelli Rokes erano già raffigurati nei cataloghi Eko diffusi in tutto in mono. Una prova di più del genio profetico di Olivieto Pigini. Molti identificano la forma di queste chitarre con una freccia, ma erano gli anni della conquista dello spazio ed è più corretto ricordarle come le chitarre a razzo (rocket).