Immacolata Concezione e angeli

Il dipinto proviene dalla seconda cappella di sinistra della chiesa dei Cappuccini di Parma; dopo essere stato trasportato in Francia e successivamente restituito, venne acquistato dalla Galleria nel 1840. Secondo il canone iconografico relativo all’Immacolata Concezione, che si impose universalmente a partire dalla prima metà del Seicento, ed assai caro all’ordine francescano, la Vergine viene raffigurata secondo le profezie dell’Apocalisse, quale novella Eva, lo sguardo rivolto al cielo, rivestita di una tunica bianca coi piedi sopra il serpente, che reca in bocca il frutto del peccato originale. Attorno a lei, circonfuse nelle nubi, appaiono teste di cherubino e due grandi angeli, uno a destra ,che sembra quasi ritrarsi di fronte allo splendore che promana l’apparizione celeste e l’altro a sinistra, a mezzo busto, con le mani in preghiera, questi ultimi due ripresi dall’artista dall’Assunzione di Maria oggi al Louvre, da lui eseguita qualche anno prima.
Capolavoro riconosciuto dell’arte del Piazzetta e cronologicamente collocabile verso la metà degli anni quaranta del Settecento, rimane una delle opere in cui il maestro veneziano ha saputo meglio giostrare la sua abituale e povera gamma cromatica quasi totalmente incentrata sui bruni, i bèiges e i bianchi tenui solcati da profondi passaggi chiaroscurali, che segnano i panneggi delle vesti.