Il superamento dei traumi della guerra, della distruzione di opere d’arte e della dispersione di intere comunità, attraverso la riattivazione di oggetti, di memorie e culture immateriali, caratterizza l’opera di Michael Rakowitz. In omaggio al bagaglio di conoscenze che Francesco Federico Cerruti ha portato in Italia alla fine degli anni Cinquanta grazie all’attività della sua Legatoria Industriale Torinese (LIT), l’artista fa rilegare a Torino un libro di preghiere in ebraico e arabo-giudaico della sua collezione, la cui legatura era andata distrutta. Stampato nel 1935 e appartenuto all’ormai dispersa comunità ebraica irachena, dalla quale proviene l’artista stesso, questo libro – poiché danneggiato – per tradizione dovrebbe essere sepolto. L’artista sceglie invece di rinnovare la coesione tra le sue pagine, di “ripararne le parole”, dando così vita a una nuova opera.