Jennifer Allora & Guillermo Calzadilla
Jennifer Allora, nata a Philadelphia, USA , nel 1974.
Guillermo Calzadilla, nato a L’Avana, Cuba, nel 1971.
Vivono e lavorano a San Juan, Porto Rico.
Negli ultimi vent’anni, Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla sono saliti alla ribalta internazionale con i loro esperimenti artistici stratificati e complessi. Combinano in vario modo scultura, performance dal vivo, video, suoni e fotografia per rievocare la geopolitica contemporanea, i manufatti culturali e le profondità temporali della storia dell’archeologia. Cosi facendo interrogano le convenzioni strutturali e narrative del raccontare storie ed esplorano le potenzialità del linguaggio e della materialità per dare un significato alla loro ricerca artistica.
Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla hanno studiato la natura effimera del disegno collettivo con monumentali pezzi di gesso alla Bienal de Lima, Perù (Chalk [Lima]) (1998- 2002); le tracce della violenza coloniale, nazionalista e militare sulle popolazioni e i paesaggi di Vieques, Porto Rico (Landmark) (2001-2002); e la risonanza che si crea suonando, alterando e combinando musiche di vari momenti della storia, come in Clamor (2006), Stop, Repair, Prepare: Variations on Ode to Joy for Prepared Piano (2008) e Raptor’s Rapture (2012). Gli artisti sfidano gli spettatori a creare un significato mediante l’interpretazione delle loro opere, leggendole a livello letterale, metaforico, probatorio e politico, ma anche a partecipare al lavoro come a un’esperienza in grado di acuire la propria sensibilità estetica.
Alla 56. Biennale di Venezia, Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla presentano In the Midst of Things, una nuova opera corale, con musiche di Gene Coleman, eseguita da Voxnova Italia e basata su La creazione (Die Schopfung) (1796-1798) di Joseph Haydn. Il libretto de La creazione attinge al Libro della Genesi e al Paradiso perduto (1667) di Milton, che descrivono le origini del mondo e del genere umano. Il poema di Milton, che tratta la storia della caduta dell’uomo, segue la tradizione epica dell’inizio in medias res, ad avvenimenti già iniziati, raccontando i precedenti in seguito.
Per la performance alla Biennale, Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla hanno ricostruito il libretto e hanno chiesto al compositore Gene Coleman di musicarlo. L’opera che ne è risultata utilizza diverse tecniche narrative – come la cronologia all’inverso, il flashback e la prolessi – come espedienti strutturali della composizione. Interviene letteralmente nell’ordine musicale dello spartito originale, suonando alcune sezioni in avanti, poi all’indietro, e saltandone altre. Coleman, inoltre, riduce il linguaggio del libretto agli elementi fondamentali di tono (vocali) e rumore (consonanti), poi ricostruisce il testo utilizzando tecniche come i suoni armonici e il canto multifonico per creare un paesaggio sonoro complesso. Queste tecniche, insieme al back-masking che le accompagna, ovvero la riproduzione di testi udibili solo se suonati al contrario, e all’inversione fonetica delle parole cantate, vengono ulteriormente accentuate da movimenti paralleli sulla scena: i cantanti si muoveranno fisicamente in avanti o all’indietro a seconda che cantino parti del libretto in modo normale o a rovescio.
In the Midst of Things affonda nei meccanismi strutturali della scrittura e della composizione musicale, e tiene conto di ciò che fa risuonare di emozioni umane una certa disposizione di parole, movimenti e progressioni sonore. Analogamente esplora come sia possibile generare un nuovo significato spingendo al limite il linguaggio (il rovescio del linguaggio). La combinazione di suoni e parole alieni, eppure strutturalmente accoppiati, porta questo celebre oratorio a riconsiderare le origini dell’umanità e del tempo stesso.