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Informale, Oggetto 11

Carla Lonzi[tra il 1958 e il 1960]

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

Due articoli dattiloscritti relativi all'arte informale, un saggio in merito alla mostra Capolavori del Museo Guggenheim di New York (5 dicembre 1957 - 12 gennaio 1958) presso la Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma, un saggio manoscritto da terzi.

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  • Title: Informale, Oggetto 11
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [tra il 1958 e il 1960]
  • Transcript:
    -2- Comunque la formula di compromesso pare essersi stabilizzata in questi ter mini:accettazione strumentale delle avanguardie fino alla seconda guerra mondiale, fino a quando cioè i quadri "impetuosi,maldestri, spesso 'impuri', ma carichi di una loro storicità, una loro necessità", si fanno "solo ele- ganza, accademia, moda". La seconda parte della collezione Guggenheim,almeno per come è stata scel- ta per il viaggio europeo,ha servito allo scopo, anche se del primo grup- po, comprendente Cézanne, Seurat, Modigliani, Bonnard, Chagall,Kokoschka, cubi- sti, Delaunay, Mondrian,ozenfant,Klee,Kandinsky, Marc ecc, insomma gli aspet- ti più astrattizzanti della civiltà plastica francese e tedesca fin verso il 30 con qualche giustificata' presenza figurativa, si è finito per ac- cettare solo,o quasi, pittori figurativi e, di Kandinsky o Delaunay,la sola opera figurativa di ciascuno: 'Pioggia' 1911 e "La Torre Eiffel 1914. Infat- ti tale settore risulta assai discutibile e molto più la cunoso del prece- dente, come del resto era da prevedere, trattandosi della contemporaneità vera e propria che se al posto dei vari Morris,Scott, Mendelson ecc., fossero stati presenti con Pollock,Appel,Hartung, Soulages,Kline anche De Kooning, De Sta81, Wols, Bacon, Lanskoy ecc., si sarebbe composta la fisionomia di una generazione del dopoguerra,per strade e con programmi diversi realmente convinta della validità delle avanguardie, anzi loro erede diretta, e con- temporaneamente testimone del proprio tempo il che comporta un largo mar- gine di rischi, soprattutto quando il limite tra figurativo e astratto è as sai meno di frontiera che non pretendano gli astrattisti e i figurativi a oltranza. E una ricerca che invece di svolgersi secondo metodi formalisti- ci e di gruppo, tendesse a concepire la storia dell'arte come un processo dialettico di tradizioni, tendenze, istanze e influenze sul terreno storico, ideologico e culturale potrebbe ottenere risultati tali da sbloccare una situazione divenuta non di chiarimento critico, ma di adesione dogmatica. Risulterebbe così, non solo che l'astrattismo non procede su binario uni- co, il che è noto, non solo che tra i padri di tale movimento e i moderni rappresentanti corre un enorme divario determinato dalle regioni, e dalle pressioni di altri fronti della pittura, ma che certo astrattisho/è molto più vicino al figurativo e persino a certo realismo, che non artisti rag- gruppati sotto la stessa etichetta lo siano fra loro.Pittori come un De Stal e un Pollock(è alcuni degli altri citati sopra) stanno a dimostrare come gli ambiti del figurativo e dell'astratto siano oggi terreni di pro- va comune per il formarsi di linguaggio pittorico moderno. Un quadro come quello di Pollock'Grigiore dell'Oceano 1953, cos'ha di attua le, di nuovo, rispetto,poniamo,ad un irruento Boccioni(ingiustamente assen- te dalla mostra) cui pure sembra essere legato da notevoli affinità? In Boccioni l'elenento dinamico, termine di dichiarata tensione individuale, rimane 11 tentativo irrisolto del soggetto di inserirsi in una realtà che, per come è concepita,non gli permette alcuna priorità di esistenza, ma solo questa disposizione a scoprire le leggi del suo farsi, le norme espbhsive di una spettacolare cosmogonia.E' l'epoca in cui l'avanguardia avanza con una serie di importanti scoperte mossa dall'esigenza di stabilire possibi- lità di rapporti più essenziali con la realtà (intesa sempre come Natura -materia o idea-contrapposta al soggetto concreto) che non quelli postulati
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