Carsten Höller
Nato a Bruxelles, Belgio, nel 1961.
Vive e lavora fra Stoccolma, Svezia, e Biriwa, Ghana.
Opere (da sinistra a destra):
Slide House Project (Central Business District Corner House, Singapore)
Slide House Project (River Reflective High Rise, Singapore)
Slide House Project (Independence Monument, Accra No. 3/1)
Slide House Project (Limete Monument, Kinshasa)
Slide House Project (Central Business District Airport Tower House, Singapore)
Slide House Project (Cedi House, Accra)
Slide House Project (Central Business District High Rise, Singapore)
Le impressionanti sculture tubolari in metallo di Carsten Höller sono senz'altro i suoi lavori più noti. Gli spettatori sono invitati a divertirsi gettandosi giù per scivoli spiraliformi che suscitano sia un senso di ansia che di libertà ed eccitazione, reazioni poco comuni nel contesto tradizionale di un museo o di una galleria.
Höller fa parte di una generazione di artisti che vogliono reinventare l’esperienza dell’arte. Alle spalle della sua carriera di artista ha una formazione insolita, con un dottorato in agronomia e una specializzazione sulle strategie di comunicazione olfattiva degli insetti. Come scultore e autore di installazioni, Höller crea situazioni che destabilizzano il senso di controllo e la percezione visiva di chi fruisce dell’opera. Il suo obiettivo è permettere allo spettatore di sperimentare di nuovo ciò che gli è familiare. Per raggiungere questo scopo, crea contesti che spesso ricordano ai visitatori delle gallerie l’apparato di un laboratorio scientifico, invitandoli a diventare i soggetti di un esperimento. In una precedente fase della sua carriera, grandi sculture di funghi sono diventate il suo tratto distintivo, ma nel tempo ha incluso molti altri elementi nel suo lavoro: per esempio animali, giocattoli, doppioni, veicoli, una vasca per la deprivazione sensoriale, occhiali, narcotici, cibo e una gamma di altri metodi in grado di sincronizzare e manipolare gli umori e le emozioni del pubblico.
Alla 56. Biennale di Venezia Höller presenta una serie di nuovi collage fotografici, che offrono uno sguardo sulle sue idee visionarie. Queste immagini corrispondono all'architettura di Accra, in Ghana, e ne mettono in evidenza le qualità utopiche. In mostra c’è anche il suo Fara Fara, una videoinstallazione a due canali, ciascuno dedicato a uno dei due musicisti rivali della vibrante scena musicale di Kinshasa. Questo allestimento allude a una consolidata tradizione della musica congolese, in cui due musicisti si esibiscono contemporaneamente con le loro rispettive band, cercando di divertire ed entusiasmare un pubblico che può arrivare a più di 150.000 persone. Fara Fara mostra l’immenso potere e la bellezza della musica congolese, offrendo al tempo stesso acute informazioni sul contesto, la storia e l’impatto politico di questa specifica sottocultura. Uno dei punti salienti della sua presentazione alla Biennale è RB Ride, una coloratissima giostra a carosello che rimane costantemente in attività e che è stata modificata per ruotare cosi lentamente (impiega 15 minuti per effettuare un giro completo) da permettere al pubblico di salire e scendere mentre e in movimento.