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Veduta di Opere

Ricardo Rodríguez Brey2009/2014

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015
Venezia, Italia

Ricardo Brey
Nato a L’Avana, Cuba, nel 1955.
Vive e lavora a Gand, Belgio.

Ricardo Brey è un pioniere della Nuova Arte Cubana e una figura iconica della storia artistica di Cuba. È anche un brillante artista internazionale contemporaneo, che ha scelto Gand come centro della propria vita e del proprio lavoro a partire dal 1991. Brey ha partecipato all’ormai leggendaria esposizione Volumen 1, realizzata da un gruppo di undici artisti con lo stesso nome. Pur senza un’agenda estetica o programmatica comune, il gruppo era concorde nell’insofferenza per le politiche culturali dominanti a Cuba – in particolare per il sistema educativo artistico che enfatizzava l’artigianato e incoraggiava un realismo di matrice socialista – e nel desiderio di unirsi alle conversazioni internazionali sull’arte dei loro contemporanei, vale a dire sull’arte concettuale e sulla centralità delle idee. I lavori di Brey in questo periodo erano profondamente influenzati dalle concezioni strutturaliste dell’antropologo ed etnologo Claude Levi-Strauss, e seguivano i resoconti di esploratori e naturalisti in manoscritti redatti, illustrati e impaginati con cura meticolosa.
È solo dopo un soggiorno a New York e un periodo passato in una comunità di indiani Lakota nel South Dakota nel 1985 che Brey ha preso coscienza dell’importanza delle sue radici afrocubane. Lo shock delle misere condizioni di vita nelle riserve indiane e l’incontro con i sistemi religiosi totemici della comunità sono diventati un’ispirazione per Brey, che ha cominciato a inserire nel suo lavoro riferimenti alla religione Yoruba, assegnando significati precisi a materiali come pietra, ferro o altri elementi naturali.
La formazione culturalmente ibrida di Brey – modellata in parte dalle pratiche sincretistiche della religiosità cubana, che mescolano il pensiero europeo con sistemi spirituali africani – ha partorito un linguaggio visivo concettuale ma organico, alla portata del mondo artistico contemporaneo. Brey e riuscito a mettere in pratica ciò che era stato riassunto dal poeta e commediografo nigeriano Wole Soyinka: “La tigre non si mette a dichiarare la sua tigritudine: piomba sulla preda”. Durante gli ultimi quarant’anni, Brey ha sviluppato una mitologia personale. Oggetti di scarto, riciclati o ready-made e materiali di base ricevono una nuova vita dopo essere assemblati da Brey in installazioni dinamiche e piene di suspense. Nonostante questa strategia sia parzialmente connessa all’Arte Povera e all’arte concettuale, è importante sottolineare che per Brey l’uso di materiali umili all’inizio della sua carriera è stato anche una necessità, e che oggi è una critica cosciente della cultura consumistica. Universe (2002-2006) è uno dei progetti piu grandi di Brey: include 1.004 disegni presentati in novantanove teche, che ricompongono sia il suo cosmo immaginario sia le varie tecniche e materiali da lui adoperati nel corso degli anni. Il suo stile emerge chiaramente anche da Every life is a fire, un progetto ancora in corso che ha iniziato nel 2009 e che presenterà alla 56. Biennale di Venezia, in cui contenitori da archivio, apparentemente vuoti, rivelano la loro vita interiore solamente quando vengono aperti. I mondi in miniatura creati da Brey e racchiusi tra gli strati di cartone, che a prima vista possono ricordare Boite-en-valise (1935-1941) di Duchamp, sembrano in realtà più vicini alla cassetta degli attrezzi di un alchimista. Lo stesso Brey descrive le scatole e i “reliquiari” come Lagerstatten, un termine utilizzato dai paleontologi per indicare gli strati geologici che forniscono informazioni sulla biodiversità di un determinato periodo.

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  • Titolo: Veduta di Opere
  • Creatore: Ricardo Brey
  • Data di creazione: 2009/2014
  • Diritti: Courtesy l'artista e Galerie Nathalie Obadia, Parigi e Bruxelles, Foto di Alessandra Chemollo; Courtesy: la Biennale di Venezia, con il supporto del Governo delle Fiandre; Galerie Nathalie Obadia, Parigi e Bruxelles; M HKA Museum van Hedendaagse Kunst Antwerpen
  • Materiale: installazione a tecnica mista
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