Terry Adkins
Nato a Washington, USA , nel 1953; morto a Brooklyn, New York, USA , nel 2014.
Opere:
a sinistra: Single Bound (2000)
al centro: Solemnis (dalla serie Black Beethoven, 2004)
a destra: Plinth (dalla serie Black Beethoven, 2004)
Terry Adkins era un artista interdisciplinare le cui opere integrano scultura, installazioni, video, fotografia, performance e musica. Da ragazzo già dimostrava talento per le arti visive, ma in origine aveva deciso di diventare musicista. Nella sua pratica è infine riuscito a fondere con successo elementi di entrambe le discipline: è noto infatti che cercasse di “trovare il modo di rendere la musica concreta come una scultura e la scultura eterea quanto la musica”. A questo scopo presentava spesso le sue opere sotto forma di “recital”, disponendo sculture e strumenti che, a volte, venivano attivati dai Lone Wolf Recital Corps, il gruppo che collaborava alla sue performance.
Molte opere di Adkins si ispiravano a personaggi dimenticati, eventi e narrazioni che egli riteneva avessero scarso riconoscimento nella cultura popolare. La sua mostra del 2011 Nutjuitok (Stella polare), per esempio, riflette su Matthew Henson, un esploratore nero dell’Artico che, all’inizio del Novecento, accompagnò la spedizione al Polo Nord di Robert Peary. Altri suoi lavori vanno a scavare nei più oscuri dettagli biografici di personaggi molto più noti, per modificare l’immagine mentale che abbiamo di loro: per esempio il ben poco conosciuto servizio militare di Jimi Hendrix o gli antenati moreschi di Ludwig van Beethoven. La serie di Adkins Black Beethoven (2004) postula un rapporto fra identità razziale e visione artistica, e comprende un ritratto fotografico reinventato e un gruppo di sculture sonore, alcune delle quali sono in mostra alla Biennale di Venezia 2015.
A Venezia vengono presentate inoltre le sculture di Adkins tratte da Darkwater Record (2003-2008), un gruppo di opere che prende il nome dall’autobiografia dell’attivista americano per i diritti civili W.E.B. Du Bois (1868-1963). I pezzi che danno il titolo alla serie comprendono una pila di cinque piastre d’epoca per musicassette (senza altoparlanti), dove ciascuna unita riproduce in silenzio il celebre discorso di Du Bois Socialism and the American Negro (1960); i riproduttori impilati sono coronati da un busto di porcellana del leader cinese Mao, che celebrò gli scritti di Du Bois e li adattò all’ideologia della Rivoluzione culturale cinese.
Alla morte di Adkins, nel febbraio 2014, mancavano solo pochi mesi all’inaugurazione della Whitney Biennial, dove è stata esposta una delle sue ultime opere, Aviarium (2014), un’installazione a base di suoni, ma completamente silenziosa. L’opera è formata da tubi di alluminio montati a parete con sopra una serie di cembali di diverse dimensioni, collocati a intervalli, che rappresentano le onde sonore di tre diversi canti di uccelli (non identificati). L’installazione offre una poetica rappresentazione visiva dei suoni dell’ambiente naturale che esiste intorno a noi.