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Fiamma Lussana
sensibilmente la pratica del Demau. Il vissuto quotidiano di ciascuna
come modalità di rapporto con le altre, lo stare insieme fra donne, l'esau-
rimento della pratica dell'autocoscienza e l'inizio della pratica analitica,
segnano la nuova linea del gruppo che, proprio sulla pratica dell'analisi,
arriva ad una forte spaccatura interna.
b) Rivolta femminile.
Nella primavera del 1970, a
Roma, tre donne si accingono alla ste-
sura collettiva di un testo che diventerà piú tardi il Manifesto di Rivolta
femminile's. L'ispiratrice del gruppo e l'autrice reale del documento è
Carla Lonzio, le altre due redattrici sono Carla Accardi e Elvira Ba-
notti: il Manifesto esprimerà con un linguaggio forte, essenziale e molto
efficace i contenuti teorici di uno dei gruppi piú longevi e certamente
fra i piú originali del neofemminismo italiano. «La stesura del Manife-
sto ci occupò la primavera - affermano alcune esponenti di Rivolta fem-
minile - eravamo un gruppo e alcune stavamo insieme dalla mattina al-
la sera. Abbiamo cosí cominciato ad accorgerci delle diversità tra noi;
già alla pubblicazione del Manifesto l'illusione iniziale di unità era rot-
ta. Si delineavano due tendenze: una intendeva fare i conti con il marxi-
smo e impegnarsi in un'azione politica, l'altra era per la ricerca della li-
berazione sul piano personale in quanto presa di coscienza» 107. Già nel-
la stesura del Manifesto si rivela la doppia tendenza del neofemminismo
italiano: Rivolta femminile prende però subito posizione per la strada
dell'autoriflessione e della scoperta di sé, contro la prospettiva emanci-
pazionista dell'integrazione sociale della donna. Nel suo Diario, Carla
Lonzi si sofferma sull'elaborazione del Manifesto e sull'apporto diverso,
in relazione alle due tendenze che lo animano, che vi ebbero Ester (Car-
la Accardi) e Vanda (Elvira Banotti). I contenuti originali di Rivolta
femminile e la strada della soggettività sono identificati nel porsi di Car-
la e Ester «come soggetti». Viceversa, il contributo di Vanda, che in-
109 Manifesto di Rivolta femminile (1970) è stato pubblicato in Lonzi, Sputiamo su Hegel cit.
È stato pubblicato integralmente anche in I movimenti
femminista in Italia cit., pp. 90-94.
114 Su Carla Lonzi e Rivolta femminile cfr. M.L. BOCCIA, Per una teoria dell'autenticitd. Lettu-
ra di Carla Lonzi, in «Memoria» cit., pp. 85-108; ID., Le matrici culturali del neofemminismo. Ap-
punti di lettura sulla presenza di riferimenti al marcismo nel pensiero femminista degli anni settanta, in
Esperienza storica femminile nell'età moderna e contemporanea cit., soprattutto le pp. 53-60, e D.,
L'io in rivolta cit.
18 CALABRO E GRASSO, Dal movimento femminista al femminismo diffuso cit., p. 235. Sulla dop-
pia tendenza presente nel gruppo, nella fase di stesura
del Manifesto, cfr. anche Lettera inviata a
una giornalista, in M.G. CHINESE, C. LONZI, M. LONZI E A. JAQUINTA, È gia politica, Milano 1977, pp.
109-12.
Le donne e la modernizzazione: il neofemminismo degli anni settanta
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carna la tendenza dell'impegno nell'azione politica e del rapporto con il
marxismo, suscita una reazione di ripulsa che spingerà Carla Lonzi a de-
finire i contenuti del gruppo proprio a partire dalla valorizzazione del-
la scoperta di sé, contro la tendenza che si confronta con il mondo ester-
no1 Nel momento in cui Carla Lonzi si accinge alla scrittura del Ma-
nifesto, il femminismo come problema e come cronaca è già esploso nel
mondo: in America - dove la Lonzi è rimasta per alcuni mesi, nel corso
del 1968, e dove ha subito un intervento chirurgico per un tumore alla
tiroide - è nato il movimento femminista e l'autocoscienza è diventata
lo strumento fondamentale della pratica femminista. Non sembra es-
serci un collegamento diretto fra le prime manifestazioni del femmini-
smo americano e la contemporanea formazione, in
Italia, in Inghilterra
in Francia dei primi gruppi femministi". Nel momento in cui viene
elaborando il Manifesto di Rivolta femminile, il movimento femminista
comincia ad essere una realtà a livello internazionale. La forza simboli-
di questo evento è il terreno su cui Rivolta si forma, senza peraltro
fare esplicito riferimento al movimento femminista degli altri paesi. La
diffusione internazionale del femminismo è una sorta di legittimazione
teorica e simbolica all'atto costitutivo di Rivolta, che affida da subito i
suoi enunciati a un documento scritto, appunto il Manifesto, affisso dal-
le donne di Rivolta nelle strade di Roma e Milano,
ca
«Le donne saranno sempre divise le une dalle altre? Non formeran-
no mai un corpo unico?»: il Manifesto si apre con queste parole, tratte
dalla Déclaration des droits des femmes, che Olympe de Gouges scrive nel
1791". La citazione della De Gouges si giustifica almeno in due modi:
l'accento sull'importanza del rapporto di reciprocità fra donne, di quel-
lo che in seguito verrà chiamato affidamento di una donna a un'altra,
per ricevere una autorizzazione o legittimazione simbolica'", e il riferi-
mento storico alla richiesta del diritto di uguaglianza che, negli anni del-
la Rivoluzione francese, era un punto di partenza fondamentale, ma che
invece, nella società attuale, è l'appiglio teorico per denunciare il «ten-
1 Sulla nascita del gruppo e la stesura del Manifesto, cfr. BOCCIA, L'io in rivolta cit., pp.
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10) «La diffusione del discorso e della pratica femminista - afferma
M.L. Boccia - sembra in-
Somma avvenire piú per legittimazione reciproca, sia pure a distanza, che non per filiazione diret
ta. Cosicché ogni gruppo, tra quelli sorti nei primi anni settanta, può sinceramente ritenere di aver
trovato da sé la propria strada, contribuendo a delineare quella che risulterà di li a poco l'origine
del femminismo (bid., pp. 69-70).
Il testo della De Gouges è stato riprodotto in italiano in diverse occasioni. Cfr., fra gli al-
tri, Cahiers des doléances. Donne e Rivoluzione francese, Palermo 1989
Sul concetto di affidamento cfr. LIBRERIA DELLE DONNE DI MILANO, Non credere di avere dei
diritti cit., passione