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Fiamma Lussana
tativo ideologico di asservire la donna a piú alti livelli » !? La prospetti-
va di Rivolta è il rifiuto dell'uguaglianza come maschera della effettiva
discriminazione della donna nella società dell'uomo e l'espressione del
senso della propria esistenza attraverso l'affermazione della specificità
femminile" La donna, secondo Rivolta femminile, riuscirà a liberare
se stessa, quando saprà ricominciare daccapo il cammino della storia e
della cultura perché «identificare la donna all'uomo significa annullare
l'ultima via di liberazione»14
Il rifiuto del «ruolo autoritario» dell'uomo porta Rivolta alla critica
delle istituzioni patriarcali e autoritarie, come la famiglia e il matrimo-
nio. Ma anche la funzione materna è snaturata dal rapporto di sogge-
zione cui la donna è costretta. «Riconosciamo nel matrimonio l'istitu-
zione che ha subordinato la donna al destino maschile. Siamo contro il
matrimonio. (...) denunciamo lo snaturamento di una maternità - con-
tinua il Manifesto - pagata al prezzo dell'esclusione». Anche il divorzio
appare in questa luce non un diritto da acquisire, ma «un innesto di ma-
trimonio da cui l'istituzione esce rafforzata». Il Manifesto dedica quin-
di parole infuocate alla critica della funzione femminile complementare
o sussidiaria all'uomo, in un mondo regolato sull'
cienza». Sfatare il mito della «laboriosità sussidiaria della donna vuol
?«egemonia dell'effi-
dire ad esempio rifiutare la parità salariale con l'uomo, in una società
che non riconosce il lavoro domestico femminile, bollandolo come im-
produttivo. Ma le parole piú vibranti di forza simbolica sono quelle pro-
nunciate contro i cosiddetti « sistematici del pensiero», che hanno co-
struito la storia della civiltà giustificando «nella metafisica ciò che era
ingiusto e atroce nella vita della donna, che hanno cioè teorizzato l'in-
feriorità e la soggezione della donna e, parlando a nome del genere uma-
no, hanno «sublimato una mutilazione contro la metà dell'umanità
«Noi cerchiamo l'autenticità del gesto di rivolta - sono le parole con-
clusive del documento - e non la sacrificheremo né all'organizzazione
né al proselitismo >> 17. La strada della conoscenza di sé, della riflessione
sul proprio vissuto a prescindere dal confronto con l'uomo e con la so-
cietà e l'affidarsi semplicemente all'autenticità del proprio essere, por-
112 Manifesto di Rivolta femminile cit., p. 90.
11)
Maria Luisa Boccia attribuisce a Rivolta femminile una sorta di primogenitura teorica
che in realtà non verrà in seguito valorizzata - sul pensiero della differenza sessuale degli anni ot-
tanta. (Cfr. BOCCIA, L'io in rivolta cit., p. 74).
134 Ibid., p. 90.
113 Ibid. p. 91.
15 Manifesto di Rivolta femminile cit., p. 93.
111 Ibid. p. 94
Le donne e la modernizzazione: il neofemminismo degli anni settanta
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ta Rivolta femminile lontano dai canali tradizionali di promozione del-
le proprie idee e di ricerca del confronto con esperienze analoghe.
Non c'è spazio per la libertà e l'autenticità della donna nella storia
millenaria della cultura patriarcale e delle ideologie. Sputiamo su Hegel,
è la formula di Rivolta, proposta nel Manifesto e sviluppata nell'omoni-
mo pamphlet, scritto da Carla Lonzi nell'estate del 1970. La filosofia he-
geliana, il marxismo, le ideologie rivoluzionarie e la psicoanalisi si ba-
sano sulla trasmissione dell'autoritarismo patriarcale che ha legittimato
la discriminazione sessuale, dando un fondamento storico e ideologico
alla soggezione femminile. «L'uguaglianza è un principio giuridico - af-
ferma Carla Lonzi – il denominatore comune presente in ogni essere
umano a cui va resa giustizia. La differenza è un principio esistenziale
che riguarda i modi dell'essere umano, la peculiarità delle sue esperien-
ze, delle sue finalità, delle sue aperture, del suo senso
dell'esistenza in
una situazione data e nella situazione che vuole darsi. Quella tra donna e
uomo è la differenza di base dell'umanità»*Nel pensiero di Hegel tro-
viamo l'assunto fondamentale che esiste la differenza sessuale: l'uomo
incarna la legge umana e universale, che regola i liberi rapporti fra i cit-
tadini e l'etica
dell'agire politico; la donna si identifica invece con la leg.
ge divina e differisce dunque dall'uomo, prima ancora che per la natu-
ra biologica, per «sostanza spirituale». All'uomo è dato il privilegio dei
rapporti sociali fra liberi cittadini: il «principio umano» maschile pre-
suppone l'universalità del pensiero e il muoversi nella sfera della libertà
conquista del potere. La donna offre invece all'autorità maschile
vina il segreto dell'origine dell'uomo e della morte. L'uomo si muove sul
piano della storia, la donna sul piano simbolico della divinità. L'uomo
è trascendenza, la donna è immanenza. La donna, dunque «non è in rap-
porto dialettico col mondo maschile. Le esigenze che essa viene chia-
rendo non implicano un'antitesi, ma un muoversi su un altro piano 219.
L'attività del gruppo inizia a Milano, dove Carla Lonzi si trasferisce
nell'estate del 1970. Vi fanno parte inizialmente una trentina di donne.
Nella primavera del 1971 si costituiranno gruppi omonimi a Torino e a
Genova e, in seguito, si formeranno gruppi a
Firenze e a
Lugano. Per
tutto il primo anno di attività ci sarà inoltre un contatto con gli altri
gruppi
femministi attivi a Milano, Demau e Anabasi. Una costante del
la pratica di Rivolta femminile sarà il separatismo - e dunque l'esclu-
sione dell'uomo - e il rifiuto della politica e della cultura ufficiali.
1. LONZI, Sputiamo su Hegel cit., p. 96.
11' Ibid., p. 119. Il corsivo è nel testo.