L’opera murale rappresenta un serpente, fatto di mani che si mangia la coda fino a chiudere la figura con un dito puntato nella bocca dell’animale. Rappresentazione tra mitologia e iconografia, questo animale da millenni ricopre un ruolo denso di significato nella storia del figurativismo di molte - per non dire tutte - civiltà, così come nell'immaginario di ogni singolo individuo. Opera che tende a stimolare l’idea dello scorrere del tempo, su quel tempo che ci accoglie, che ci ospita e che ci regola: il tempo fuori da noi - o per meglio dire - l'eterno ritorno dell'uguale.
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