Il Bodhisattva Jizō (Scr. Kṣitigarbha) fu conosciuto in Giappone nell’VIII secolo d.C. Progressivamente la sua popolarità aumentò fino a raggiungere, verso la fine del periodo Heian (794-1185), il picco maggiore: i fedeli lo invocavano credendo che avesse il potere di aiutare le anime che soffrivano le pene dell’Inferno.
In questo bell’esempio di statuaria lignea, il 'bodhisattva' è completo di aureola ad anello, di piedistallo a forma di due corolle di loto e degli attributi che solitamente lo contraddistinguono: il gioiello 'cintamani' nella mano sinistra e il bastone 'khakkhara' impugnato nella destra. Il “gioiello che esaurisce tutti i desideri”, in giapponese 'nyoishu' o 'hōshu' (“perla preziosa”), rappresenta il tesoro costituito dalla conoscenza della Legge Buddhista. Il “bastone del pellegrino”, che in giapponese è chiamato comunemente “bastone di stagno” ('shakujō'), è ornato alla sommità di un determinato numero di anelli liberi che, tintinnando, annunciano il passaggio del monaco itinerante, fanno fuggire i serpenti e scacciano i demoni.
La statua è impostata sul piedistallo cavo mediante due tenoni sotto i piedi. Nel piedistallo c'è anche l'alloggiamento per la lunga staffa solidale con l'aureola; altri elementi amovibili sono il bastone, infilato nel pugno della mano destra, e la collana.
Visual arts: ti interessa?
Ricevi aggiornamenti con il tuo Culture Weekly personalizzato
Ecco fatto
Il tuo primo Culture Weekly arriverà questa settimana.