Grande dipinto a olio raffigurante Giuditta nell'atto di infilare la testa di Oloferne nel sacco retto dalla sua ancella. L'attribuzione del dipinto a Lavinia Fontana è stata proposta da Cirillo e Godi nel 1987. Precedentemente l'attribuzione oscillava tra l'area cremonese e quella bolognese di Giulio Cesare Procaccini (Longhi verbalmente suggeriva Camillo). Nell'inventario Borghesi veniva citato come: " Una Giuditta, che ripone la testa di Oloferne alla sua Ancella, quadro grande moltissimo danneggiato di scuola Cremonese senza cornice". La più recente attribuzione a Lavinia pare la più autorevole e sostanzialmente accettata dalla critica successiva. La Giuditta parrebbe sembrare un autoritratto della pittrice se messa al confronto con l'Autoritratto dell'Accademia di San Luca di Roma.