L’opera è la versione in bronzo dorato della famosa statua etrusca dell’Arringatore, che ritrae Aulo Metello, colto nell’atto di orazione, posta di fronte ad uno specchio. Viene esposta alla Documenta di Kassel nel 1991-1992, nell’ambito del progetto Tartaruga Felice, dove è collocata in fondo ad un negozio dismesso di pellicce. A riguardo di questo lavoro, Pistoletto scrive: «È necessario che l’arte, dopo l’apertura del varco specchiante che mostra l’alternativa alla vecchia prospettiva, elevi un braccio e tenda l’indice della mano per indicare, nello specchio, la strada che porta al di là del muro su cui l’umana individualità si sta sfracellando: muro altissimo in qualità progressiva dei mezzi moderni impastato di vetuste credenze, metodi associativi antiquati ed aberranti, regole devastanti. La lunghezza di un braccio è già la prima distanza che si può prendere rispetto al punto tragico dell’impatto finale. Questo è nel lavoro che alla Documenta IX di Kassel ho presentato al culmine ed inizio di una strada» (PISTOLETTO, 1993). Testo di Michela de Riso