Fratello di Afro e Dino, anche loro artisti, è uno dei protagonisti dell’Informale italiano. Si forma a Milano nello studio di Arturo Martini e sposa la sorella di Corrado Cagli, Serena. È ricordato per la realizzazione monumentale della cancellata delle Fosse Ardeatine, straordinaria opera civile progettata nel 1949-1950. Espone in America nella seconda metà degli anni cinquanta ed entra in contatto con i movimenti di avanguardia americana, in particolare con Jackson Pollock, e con i prodotti culturali degli indiani d’America e delle civiltà precolombiane, che avranno una profonda influenza sulle forme della sua arte. Le costanti del periodo 1957-1959, in cui si colloca La grande madre, sono la monumentalità e la potenza plastica: la scultura rappresenta una figura antropomorfica, di suggestione sacrale, che allude al profondo legame esistente tra l’uomo e la natura. Enrico Crispolti parla, a proposito della produzione artistica di Mirko, di mitopoiesi primordiale: l’artista ricerca il fondamento della realtà a lui contemporanea negli archetipi, costruendo totemicone che hanno una funzione fabulistica in una realtà drammatica, dove non è più la natura, bensì la storia ad essere, leopardianamente, matrigna, lasciando l’umanità senza possibilità di salvezza. Totem fa parte dell’ultima produzione artistica di Mirko, caratterizzata da squadrature che ricordano oggetti meccanici e che si dispongono nello spazio, concepito come presente già sin dalla genesi dell’opera. Testo di Michela de Riso