Calco in gesso da un originale in marmo degli scultori Hagesandros, Polydoros e Athenadoros, metà del I sec a.C. conservato presso i Musei Vaticani. Due sono gli esemplari del calco del Laocoonte ricordati come presenti a Bologna. Il primo inviato dal Marsili, il secondo donato da Benedetto XIV nel 1755. Uno solo è giunto fino a noi, nella versione, maggiormente diffusa tra le copie, senza le figure dei figli e con il braccio destro di Laocoonte levato in alto, come nel restauro del Montorsoli. L'esemplare bolognese, di buona qualità, ma gravemente danneggiato prima del recente restauro, del quale è difficile - allo stato attuale delle conoscenze - individuare l'esatta provenienza, è comunque ascrivibile a non oltre la metà del XVIII secolo.