Joana Hadjithomas & Khalil Joreige
Joana Hadjithomas, nata a Beirut, Libano, nel 1969.
Vive e lavora a Beirut.
Khalil Joreige, nato a Beirut, Libano, nel 1969.
Vive e lavora a Beirut.
Basata in primo luogo su film e fotografia, l’attività congiunta di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige mette in risalto la capacità dei media scelti di catturare e registrare tempo e transizioni. Tuttavia, essendosi formati politicamente sin da giovani, Hadjithomas e Joreige interrogano in modo approfondito il ruolo dell’immagine rispetto alla memoria e alla storia. Attraverso il loro lavoro questo duo di creativi sfida il potere e il significato dell’immagine interagendo con i parametri della sua produzione e con le sue narrative, in particolar modo nel contesto bellico. Concentrandosi sulla storia del loro Paese, il Libano, impiegano sia personaggi fittizi sia eventi storici poco noti per costruire la scena del loro lavoro. Come degli archeologi, essi scavano tra gli strati degli immaginari di un Paese ferito dalla guerra, immergendosi nell’abisso di una memoria sociale segnata da un’amnesia collettiva, alla ricerca di una personale storia di appartenenza.
Per la 56. Biennale di Venezia gli artisti hanno ideato un evento live che mette insieme un oggetto, immagini in movimento e una performance che si svolge lungo tutto il corso dell’esposizione. Latent Images / Diary of a photographer consiste in letture quotidiane da parte di vari attori del libro d’artista pubblicato da Hadjithomas e Joreige. Questo libro di 1.312 pagine documenta centinaia di rullini di pellicola scattati ma mai sviluppati da un fotografo di cartoline libanese, Abdallah Farah. Nessuna delle immagini è quindi visibile. Invece, di ciascuna delle immagini catturate c’è una breve descrizione scritta. Durante la guerra civile libanese (1975-1991) Farah ha smesso di sviluppare i propri rullini, in mancanza di mezzi economici e materiali, e non ha più cercato di mostrare le sue immagini dopo la guerra. Ha tenuto invece un diario, in cui ha preso appunti meticolosi riguardo a ogni fotografia scattata, costruendo cosi una cronaca immaginaria dei cambiamenti politici in Libano. Attraverso le presunte annotazioni del personaggio di Abdallah Farah, possiamo seguire gli eventi politici, sociali e personali che attraversano una Beirut postbellica per quasi un decennio (1997-2006). Questa evocazione del passato, prodotta da immagini latenti trasposte in un’archeologia orale, ha come unico luogo la nostra immaginazione.
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