Van Gogh si ritirò ad Arles, in Provenza, nella primavera del 1888: fu l’inizio di un periodo di grande fermento creativo, durante il quale realizzò anche l’acquerello conservato alla Galleria d’Arte Moderna. Nell’ottobre 1888 fu raggiunto da Paul Gauguin che giunse ad Arles portando con sé un dipinto di Émile Bernard (1868-1941), Le pardon à Pont-Aven. Bernard nell’estate del 1888 aveva soggiornato in Bretagna insieme a Gauguin, dando origine a quel sodalizio di artisti, noto come Scuola di Pont-Aven, dal nome del paese che li ospitava.
L’osservazione diretta del dipinto di Bernard – documentato con sicurezza nell’abitazione dei due artisti per circa due mesi – stimolò l’esecuzione della copia da parte di Van Gogh: Le pardon de Pont-Aven è l’unica opera su carta che si conserva delle nove settimane di coabitazione tra Van Gogh e Gauguin. L’acquerello raffigura un nutrito gruppo di persone, molte delle quali indossano il classico costume bretone, che nelle intenzioni originarie di Bernard – poi abbandonate da Van Gogh – dovevano rappresentare la popolazione autoctona durante una festività religiosa.
I personaggi sono distribuiti in uno spazio piatto e bidimensionale: la presenza nella composizione di una bambina in abiti alla moda e, sullo sfondo, di due signore con vestiti eleganti e ombrellino hanno il compito di sottolineare la contemporaneità dell’azione ritratta. Lo studio di Van Gogh appare una reinterpretazione del modello più che una replica fedele dell’originale poiché l’uso dell’acquerello ha comportato inevitabili alterazioni cromatiche rispetto al modello di partenza: i toni compatti dei colori a olio del modello sono stati diluiti e smorzati nella replica ad acquerello. Come nel prototipo, la profondità è suggerita solamente dalla riduzione delle dimensioni delle figure, così come dal modello l’artista riprende i contorni netti e marcati, uno degli aspetti più riconoscibili del cloisonnisme di Bernard.