In questo tondo destinato alla devozione privata, nel quale è illustrato un soggetto molto comune nella pittura fiorentina del tempo, l'artista scioglie la consueta timidezza arcaica sperimentando ritmi botticelliani e puntando a raffinatezze di stesura tramite delicate velature e accurate lumeggiature. La sua esecuzione risale alla fine del Quattrocento o ai primi anni del Cinquecento.