L’evangelista, patrono delle arti e della medicina, nato ad Antiochia, riposa a Padova nella Basilica di Santa Giustina. Qui appare intento a scrivere in una lingua che forse è latino, forse greco, forse un ebraico non conosciuto dal pittore che lo disegna. Il suo bellissimo volto è soffuso di malinconia. Poco sotto spunta la testa di un toro dallo sguardo quasi umano. È questo il suo simbolo, poiché il Vangelo omonimo inizia con il sacrificio di Zaccaria ed il toro è l’animale del sacrificio. La resa complessiva della campata degli Evangelisti mostra un tono pittorico più elevato, ed un uso più raffinato dei colori.
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