La tela, secondo quanto riportato sulla pietra in basso a sinistra venne eseguita nel 1647 da Carlo Francesco Nuvolone, detto Panfilo ed era collocata nella chiesa parmense di Santa Maria della Neve. Soppressa la chiesa nel 1810, il dipinto venne portato in Francia e poi restituito entrando nel 1816 in Galleria. La composizione piramidale della scena ha al suo vertice la Vergine, raffigurata secondo l’iconografia apocalittica, il diadema regale in testa e circonfusa da un alone luminoso punteggiato di stelle, nell’atto di trattenere il Bambin Gesù, che si appoggia sul serpente del peccato originale, cui calpesta la testa, con l’aiuto del piede della madre. A sinistra san Carlo Borromeo, accompagnato da due putti reggenti una croce astile ed il cappello cardinalizio, e a destra san Felice da Cantalice, frate cappuccino, riconoscibile per il putto ai suoi piedi con un giglio e un sacco per la raccolta dei pani, abituale attributo di questo santo.
Il dipinto rimane uno dei capolavori indiscutibili di Carlo Francesco Nuvolone, esponente di una nota famiglia di artisti milanesi, in cui il pittore riesce a coniugare al meglio il realismo lombardo -si noti in particolare il volto macerato di san Felice- con il consueto patetismo devozionale di derivazione borromaica ed una innegabile verve stilistica di gusto pienamente barocco nelle vesti rigonfiate dal vento