Stato di conservazione: due ritiri originali di cottura, foro di sfiato alla base e foro posteriore, forse per attacco alla parete
Perno in ferro di sostegno originale
Modello di Gaspare Bruschi
Con il capo lievemente volto a destra ed inclinato in avanti, Carlo Ginori è rappresentato in parrucca e con una ampia cravatta sull'abito chiuso da una serie di bottoni; il busto è incorniciato da un ampio mantello, sul quale appare l'insegna dell'Ordine di Santo Stefano
Questa porcellana è l'esempio più antico, fra (solo due noti) ritratti del fondatore (1); In questo primo esemplare il colore della porcellana è bianco tendente a un lieve verde, caratteristica della primissima produzione. Questa spicca per la massima cura dedicata al modellato e per la vivacità dell'espressione. Elementi come la cascata di riccioli della parrucca o l'elegante movimento della cravatta aperta a rilevare un bottone dell'abito, perfino la dettagliata descrizione delle imperfezioni del viso, suggeriscono di assegnare a Gaspare Bruschi, il capo modellatore attivo nella manifattura di Doccia tra il 1737 e la morte avvenuta nel 1780 (2), la modellazione di questo busto. Una attribuzione che trova conforto nella critica più recente: Ginori Lisci (4) richiama anch'egli il nome del capo modellatore come autore di un busto di Carlo Ginori. Nell'altra carta relativa ai busti di Carlo Ginori, quella contenuta nell'Inventario dè Modelli della manifattura, cita: Un busto di terra cotta ritratto di S.E. Il Sig.re Sen.re Carlo Ginori (6).
I due busti noti presentano tutti la croce di cavaliere di Santo Stefano, onore che il Ginori riceve nel 1718 (7), e sono, tranne uno, simili nell'abbigliamento (variando al più il numero dei bottoni ed il trattamento della cravatta): ma se essi utilizzano per lo più basi in porcellana bianca, firma certa della produzione più tarda, simili a quelle usate per la celebre serie dei Cesari, in questo illustrato la base è in legno dorato con al centro il giglio di Firenze a rilievo. Antica e destinata sin dall'origine al busto che l'accompagna, è in pero, l'essenza che a Doccia si impiegava per realizzare le basi in legno ebanizzato (8).
Resta da dire come la fisionomia utilizzata per questo ritratto si ritrovi sia in dipinti (il noto ritratto di Carlo Ginori attribuito a Vincenzo Meucci (9)) e nella medaglistica (10), che nella placca in porcellana bianca di Doccia attribuita ancora recentemente al Bruschi (11), leggermente successiva per la differente pasta bianca tendente al grigio.
note
1 Che sono il busto di collezione Bruscoli pubblicato da Andreina d'Agliano nel 2003 (scheda 1, p. 30 e seguenti, anche per la bibliografia precedente), l'esemplare in collezione privata, Firenze (molto vicino a questo qui illustrato: ivi, fig. 1, p.32), quello oggi al Museo della Manifattura di Doccia, e l'esemplare in coppia con il busto di Lorenzo Ginori già sistemato nella cappella della villa Ginori a Doccia (eseguito nel 1791 su ordine della vedova di quest'ultimo Francesca Lisci, è oggi di ubicazione ignota). Un sesto ritratto, forse ancora del diciottesimo secolo ed in corazza, deriva invece dal marmo commemorativo di autore ignoto eretto in onore di Carlo Ginori nel 1757 (AaVV 2006-2007, figg. 52, 53, p. 49): è databile alla seconda metà del secolo diciottesimo.
2 per Bruschi (Firenze 1710-1780) si veda in ultimo Bellesi 2003, p.17
3 d'Agliano 2003, scheda 1, p. 30 e seguenti; il busto è molto simile a questo che ci interessa sia nelle dimensioni che nel trattamento di molti particolari, ad iniziare dal drappeggio del mantello, qui ridotto in corrispondenza delle spalle
4 Ginori Lisci 1963, p.63
5 Lankheit 1982, p. 104: Sopra la sopradetta forma vi si trova la maschera di detto Sig.re Carlo Ginori... segue la citazione della maschera e ritratto di Lorenzo Ginori (figlio di Carlo), il cui busto appare in qualche caso in coppia con quello del padre (vedi qui nota 1)
6 pagina 5, numero 35 in Lankheit 1982, p. 104
7 ordine istituito nel 1561 da Cosimo I dei Medici, primo granduca di Toscana
8 Il busto è completato anche al verso: reca un numero di inventario (10) attualmente non collegabile a nessun inventario certo, ma forse in qualche rapporto con le collezioni famigliari prima della riorganizzazione ottocentesche.
9 pubblicato per ultimo in d'Agliano 2003, fig. 2 p. 33: Vincenzo Meucci (Firenze 1604-1766) fu autore sia di dipinti da cavalletto che frescante; una incisione di derivazione è opera di Carlo Faucci.
10 La medaglia bronzea commemorativa di Carlo Ginori, del 1757 (Museo Nazionale del Bargello, inv. n. 7698), di cui si conosce anche una derivazione. Per entrambe le medaglie, anonime, si è fatto il nome di Giovanni Zanobio Weber (c. 1737-1806) parente dei Weber impiegati a Doccia (d'Agliano, Winter 2003, scheda 2, p.34-35)
11d'Agliano, Winter 2003, scheda 2, p.34, 35)
Ringraziamenti: Alessandro Biancalana, Oliva Rucellai, Luca Melegati, John Winter
Bibliografia comparativa:
L. Ginori Lisci, La porcellana di Doccia, Milano 1963
C. Lehner-Jobst, A. d'Agliano, a cura di, Baroque Luxury Porcelain: The manufacturies of Du Paquier in Vienna and of Carlo Ginori in Florence, catalogo della mostra Vienna, 2005
K. Lankheit, Die Modellsammlung der Porzellanmanufaktur Doccia, Monaco,1982
A. d'Agliano in Lucca e le porcellane della Manifattura Ginori, catalogo della mostra, Lucca 2001, scheda 50 p. 117
A. d'Agliano in J. Winter, a cura di, Le statue del Marchese Ginori. Sculture in porcellana bianca di Doccia, catalogo della mostra, Firenze 2003
A.d'Agliano, J. Winter in J. Winter, a cura di, Le statue del Marchese Ginori. Sculture in porcellana bianca di Doccia, catalogo della mostra, Firenze 2003
S. Bellesi in J. Winter, a cura di, Le statue del Marchese Ginori. Sculture in porcellana bianca di Doccia, catalogo della mostra, Firenze 2003
J. Winter in J. Winter, a cura di, Le statue del Marchese Ginori. Sculture in porcellana bianca di Doccia, catalogo della mostra, Firenze 2003
AaVv, Album Carlo Ginori, catalogo della mostra, Firenze 2006-2007