Il giovane Klee visitò l’Acquario di Napoli nel 1902 e, profondamente impressionato dall’espressività della fisionomia delle specie acquatiche, annotò le sue impressioni sul diario di quei giorni (Paul Klee Diaries n. 390). Le espressioni, la mimica, le pose, ma anche le relazioni reciproche, divennero per Klee interessanti oggetti di osservazione poiché, come scrisse sul diario, erano paragonabili a quelle umane. Per tutta la vita Klee creò immagini di pesci, probabilmente con l’intento di esprimere la sua ammirazione per queste creature che vivono sott’acqua, affrancate dall’oppressione della gravità e più libere di quelle che abitano la terraferma.