sente nella sensibilità di questo. La pazienza
esegetica e scolastica di molti scenografi
come il Dancenko, in parte - che badano
alla compiutezza sistematica più che all'unità
spirituale, può essere paragonata alla pazien-
za di molti direttori d'orchestra, specialmen-
te tedeschi, che badano ad isolare ogni mo-
mento sinfonico e ogni tema: lavoro di glas-
satori, insomma, necessarissimo, ma come
avviamento e propedeutica.
ticolato
ticosa
Posto così il problema, e additato lo scopo
dell'interpretazione, il lavoro più faticoso, il
problema più urgente, quello la cui soluzione
richiede proprio doti di costruzione artistica,
e l'intuizione dell'anima della folla che è
propria dei grandi oratori come dei grandi
politici, è di capire l'inclinazione dell'adu-
nanza e di prevederne la reazione. Come
questo avvenga potrà descriverlo un filologo:
perché questo avvenga negli uni e non possa
avvenire negli altri nessuno può dirlo; che
cosa sia, pud trovarlo ogni indagine critica e
storica, che accerti i fondamenti su cui la vita
di una determinata epoca costruisce la pro-
prio sistemazione sociale. Se scruti le ragioni
intime della tragedia francese di Corneille
e di Racine riflettono proprio l'ansia di collo
care ogni impulso croico, talvolta frenandolo
costruzione morale della Francia
sulle premesse razionali e tradizionali. Ogni
tragedia
è ricognizione della mentalità reli-
giosa di un popolo, come ogni commedia è
riconoscimento della sua sistemazione pratica.
Il principio è molto vasto, ma non soffre
eccezione, e vi giungi solo astraendo dalla
concezione dell'opera d'arte intesa come in-
dividualità lirica, e studiando piuttosto il suo
divenire, la sua storia entro la sensibilità col.
lettiva. Chi diceva della poca attitudine de
gli italiani alla tragedia riconosceva lo stesso
principio, pur disconoscendo i fatti; perché
partiva dal preconcetto protestante che nega
religiosità ai popoli latini. In realtà questo
è assurdo, perché è assurdo negare allo spi-
rito il momento religioso; certo non ogni for-
ma del religioso coincide da popolo a po
polo, anzi avviene proprio il contrario; e l'av-
viarsi di un popolo all'idea del divino risente
di tutte le interferenze che costituiscono la
sua fisionomia e il suo particolarismo.
* * *
In epoca di storicismo come la nostra le
comunità nazionali trovano la loro unità idea-
le c appassionata nel partecipare al culto
delle memorie patrie, cui attribuiscono ogni
virtù nel presente e la propria inconfon-
dibile fisionomia di popolo di cui ciascuna
è tanto orgogliosa. Intendiamoci, io non
voglio qui infliggere ai lettori una breve
o lunga disquisizione sulla religiosità im-
manente della storia, e sulla religiosità tra-
scendente del misticismo; ma poiché ci sia-
mo proposti di esaminare il fatto dell'inter-
pretazione cercandone l'essenza, e quindi
deducendo un criterio di metodo, il lettore
mi perdonerà d'essere costretto ad usare for-
mule e concetti apparentemente ostici. E poi-
ché anche i fisici, dopo aver tracciato la for-
mula di una legge, accondiscendono alla cu-
riosità e l'illustrano con uno di quegli «espe-
rimenti che valgono più come sollazzevole
chiarimento che come metodico controllo del
reale, così anch'io citerò un esempio nostra-
no ed il successo che ottengono sui nostri
palcoscenici i drammi storici e patriottici, an-
che quando la poesia ne rimanga assente:
perché basta loro il fatto, di per sé su-
scettibile, col solo accennarlo, di appassionata
rievocazione.
gliere di queste specie di rappresentazioni sa-
Altri esempi infiniti si potrebbero racco
cre che le moltitudini moderne amano come
le hanno amate le moltitudini di tutti i tem-
pi. É recentissima, in Francia, la rievocazio-
ne scenica della battaglia della Marna, è stato
un successo anche italiano, perché rievocava
i sentimenti della media borghesia di tutti
i paesi di fronte alla guerra, il journey's End,
e l'epopea dei pionieri americani mantiene
fin nella testimonianza cinematografica un
senso di religiosa cordialità ammirativa. Ma
vedete come alla stessa giustificazione delle
leggi dell'interpretazione si giunga osservan-
do il teatro russo, proprio quello che, per iro-
nia, avendo sbarrato le porte a qualunque
sentimento religioso e nazionale, o, se vi pia
ce, religiosamente nazionale, sembrerebbe
contraddire al nostro assunto. In realtà i Rus.
si accettano come dogma l'abolizione di ogni
dogma e la contraddizione di ogni punto
fermo » della civiltà europea; ma vanno cer-
cando con un impegno anche più solerte, se
pur meno entusiastico o compiaciuto, qualche
cosa che li sostituisca. Le celebrazioni coreu-
tiche nella Piazza Rossa e dentro il Mausoleo
di Lenin hanno cambiato l'oggetto, ma valgo-
no quanto ogni altra celebrazione: e il culto
santi atei non mancano di suscitare in noi
della macchina, della volontà di potenza, dei
qualche sospetto di feticismo barbarico, ma
nelle intenzioni, ed escludendone i profani
- noi, in questo caso sono atti di latria e
di celebrazione. Nel periodo rivoluzionario e
post-rivoluzionario il teatro, dietro la frettolo.
sa indicazione di Lenin e l'entusiastico impe.
gno di Zinoviev fece opera di propaganda e
celebrativo: oggi, nell'organizzazione totale
si subordinò ad un compito più oratorio che
della società russa, dietro l'impulso di Tairov
siaco del teatro Habima non pud mancar di
c per quell'esempio che il rapimento dioni-
suscitare, il distacco dal compito propagan-
distico e persuasivo si avverte sempre più,
Quando certi motivi cessano dall'essere sog.
getto di discettazione e non si discutono piu,
offrono alla vita sociale i punti di riferimento
e di appoggio per la celebrazione corale.
Mario Apollonio
TR O V A R O B E
Il maestro Luigi Malatesta,
l'autore di Sir Oluf",
giu
l'
opera premiata al recente concorso del Teatro Regio
di Torino, su libretto della scrittrice Mary Tibaldi-Chie.
desunto dall'omonimo racconto di Zweig. Del valore del giovane musicista avrà modo di
sa, sta adesso ultimando il poema sinfonico «Amok >>
sincerarsene fra breve il pubblico di Torino allorehé
nel corso di una serie di concerti - alcuni brani tolti dall'opera «Sir Oluf ..
maestro Alceo Toni eseguirà lag.
Mai contenti, questi autori! Alberto Colantuoni, che ha veduto i suoi Fratelli Ca-
stiglioni > accolti ovunque
col più vivo successo, adesso, preludendo alla sua fortunata tragicommedia raccolta in
in Italia e all'estero -
volume per tipi della casa Treves, trova modo di lamentarsi di certo modo leggero
di riduzione e d'interpretazione a cui si sarebbero abbandonate, in minore o maggior
misura, le compagnie teatrali inscenando il suo lavoro. Si lamenta
di alcune versioni vernacole le quali hanno piallato le caratteristiche verbali del dia.
- il Colantuoni -
logo , e del processo di decolorazione del gioco scenico conseguente alla progressiva
saturazione sensoria e mentale degl'interpreti,
zione «genuina > in volume dovrebbe servire a rimettere le cose al suo giusto punto.
d'altro ancora, per cui la pubblica.
Il Colantuoni invoca dai futuri inscenatori della sua composizione, uno scampolo di
credito artistico anche verso i criteri dello scrittore che, bene o male, butto giù il pezzo >.
Un'opera giovanile di Rossini, «Il signor Bruschino , è stata rappresentata con grande
successo a Wiesbaden. La partitura originale di questo
lavoro del compositore italiano è stata ritrovata da Ludwig Landshoff.
Una lettera inedita di Wagner & apparsa nelle colonne del New York Times. In essa,
il cantore di Sigfrido comunicava al suo amico Jenkins
di essere pronto ad abbandonare la Germania, disperando ormai di potervi realizzare
i suoi progetti teatrali, per emigrare verso gli Stati Uniti, ch'egli riteneva più propensi
ad accogliere sue idee sul dramma musicale. Si dichiarava inoltre disposto a cedere
tutta la sua produzione e i suoi diritti d'autore presenti e futuri allo Stato Americano,
in cambio di un milione di dollari. Da questo proponimento il grande musicista si lascio
in seguito distogliere, ma a malincuore, dai suoi amici di Germania.
Latassa sugli spettacoli in Grecia ha subito una notevole decurtazione, per ciò che si
e 50% è stata ridotta al 10, senz'altro gravame all'infuori del contributo addizionale
per la Cassa di Previdenza degli Autori, Musicisti e personale di scena.
Una commedia di Elmer Boross, giovane autore ungherese, è stata proibita a Budapest.
Assistendo alla rappresentazione del lavoro, intitolato
« Il Campione del Mondo », il ministro dell'Istruzione Pubblica Karaffiath ha ritenuto
opportuno farne sospendere le repliche che si svolgevano con vivo successo al Teatro
Nazionale, per le tendenze antisportive della commedia. Pur riconoscendo di avere in
essa sferzato l'esagerata passione per lo sport, l'autore nega di aver voluto fare della vera
e propria propaganda antisportiva, riserbandosi di attaccare la decisione ministeriale.
Gli attori del teatro giapponese hanno del trucco un concetto assai diverso dal nostro.
si dissecca immediatamente e che ha la proprietà di livellare le rughe e di far scom-
parire le sopracciglia. I tratti tipici del personaggio vi sono segnati sopra in grigio e nero,
e anche i denti vengono dipinti in nero. Compiuta la truccatura, il viso dell'attore non
ha più alcun movimento: l'espressione creata con essa non può cambiare. Per esprimere
un altro stato d'animo, occorre truccarsi di nuovo. É un criterio assolutamente opposto
a quello degli attori occidentali, i quali con la truccatura intendono far risaltare la pla-
sticità del viso. Che ne pensa Bragaglia, inventore della Maschera Mobile ?
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