CHE COSA E' PER UNA DONNA CREARE
E' l'individuo che ha bisogno di manifestarsi e non la società che ha bisogno della
manifestazione dell'individuo, cioè dell'oggetto.
E' da questa premessa che derivano, come corollari, tutti quei meccanismi della cultura
verso i quali continua perenne il mio rifiuto.
Una cosa infatti, è partire dalla coscienza di soddisfare un bisogno di espressione
soggettiva - sapendo che è una costante universale che unisce o divide gli uomini - ben
altra cosa è proiettare sugli altri questa necessità che è dentro di sé, trasformandola in una
esigenza esterna, oggettiva.
Dietro l'oggetto richiesto c'è un individuo che non si ama nella sua totalità, ma si desidera
unico del suo genere.
Dietro l'oggetto voluto c'è la coscienza di chi rischia fino in fondo nell'esporre in
pubblico la sua verità umana che il prodotto rappresenta: è il rapporto fra sé e l'oggetto -
coscienza - e non più l'oggetto in sé - mito - che legherebbe gli uomini fra di loro
sull'ammissione della necessità reciproca di conoscenza e di conferma: l'oggetto così
concepito diventerebbe il tramite per mettere in contatto le verità individuali e verificarle.
L'oggetto richiesto invece é, e resta, la discriminante su cui ognuno è chiamato a misurare
la propria identità.
La civiltà dell'oggetto è la linea di demarcazione tra la cultura espressa dall'uomo e quella
vissuta dalla donna. E' ciò che l'uomo ha saputo creare e queilo che la donna non è stata
capace di copiare.
Questi sono i significati che si affermano dietro l'oggetto una volta spogliato del suo
travestimento: il sigillo vincente della sfida che l'uomo ha imposto.
All'uomo non interessa uscire dal suo percorso di produzione dell'oggetto, poiché questo
ha già in sé riconosciuti i valori che egli vuole conquistare: è sufficiente per lui questa
identità, poiché è lì che è avvenuta e avviene la sua celebrazione.
Al contrario, accettare l'oggetto, così come è con le sue predominanti e i suoi obiettivi,
significa per la donna riconfermare i postulati di principio che hanno fatto dell'oggetto la
più alta immagine dei valori dell'uomo e della propria omissione.
Prendere coscienza del processo creativo dell'uomo vuol dire per la donna scoprire la sua
diversità e le sue necessità.
da L'architetto fuori di sé di Marta
Lonzi, Ed. Scritti di Rivolta femminile, 1982