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Materiale divulgativo, Oggetto 12

Lonzi Marta1971 - settembre 1990

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Sono presenti comunicati di vario genere, anche in diverse lingue; tra gli altri figurano quelli relativi alla storia di Rivolta femminile, quelli dal carattere teorico (come ad esempio Niente ideologia) ed infine quelli ascrivibili al settore commerciale per la diffusione della produzione editoriale. Non mancano i comunicati più focalizzati sulla descrizione dei singoli volumi (Carla Lonzi, Autoritratto; Marta Lonzi, L'architetto fuori di sé). È presente il terzo manifesto di Rivolta femminile: Io dico: giù le mani da Rivolta (dattiloscritto con corr. ms. e stampato).

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  • Titolo: Materiale divulgativo, Oggetto 12
  • Creatore: Lonzi Marta
  • Data di creazione: 1971 - settembre 1990
  • Trascrizione:
    CHE COSA E' PER UNA DONNA CREARE E' l'individuo che ha bisogno di manifestarsi e non la società che ha bisogno della manifestazione dell'individuo, cioè dell'oggetto. E' da questa premessa che derivano, come corollari, tutti quei meccanismi della cultura verso i quali continua perenne il mio rifiuto. Una cosa infatti, è partire dalla coscienza di soddisfare un bisogno di espressione soggettiva - sapendo che è una costante universale che unisce o divide gli uomini - ben altra cosa è proiettare sugli altri questa necessità che è dentro di sé, trasformandola in una esigenza esterna, oggettiva. Dietro l'oggetto richiesto c'è un individuo che non si ama nella sua totalità, ma si desidera unico del suo genere. Dietro l'oggetto voluto c'è la coscienza di chi rischia fino in fondo nell'esporre in pubblico la sua verità umana che il prodotto rappresenta: è il rapporto fra sé e l'oggetto - coscienza - e non più l'oggetto in sé - mito - che legherebbe gli uomini fra di loro sull'ammissione della necessità reciproca di conoscenza e di conferma: l'oggetto così concepito diventerebbe il tramite per mettere in contatto le verità individuali e verificarle. L'oggetto richiesto invece é, e resta, la discriminante su cui ognuno è chiamato a misurare la propria identità. La civiltà dell'oggetto è la linea di demarcazione tra la cultura espressa dall'uomo e quella vissuta dalla donna. E' ciò che l'uomo ha saputo creare e queilo che la donna non è stata capace di copiare. Questi sono i significati che si affermano dietro l'oggetto una volta spogliato del suo travestimento: il sigillo vincente della sfida che l'uomo ha imposto. All'uomo non interessa uscire dal suo percorso di produzione dell'oggetto, poiché questo ha già in sé riconosciuti i valori che egli vuole conquistare: è sufficiente per lui questa identità, poiché è lì che è avvenuta e avviene la sua celebrazione. Al contrario, accettare l'oggetto, così come è con le sue predominanti e i suoi obiettivi, significa per la donna riconfermare i postulati di principio che hanno fatto dell'oggetto la più alta immagine dei valori dell'uomo e della propria omissione. Prendere coscienza del processo creativo dell'uomo vuol dire per la donna scoprire la sua diversità e le sue necessità. da L'architetto fuori di sé di Marta Lonzi, Ed. Scritti di Rivolta femminile, 1982
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