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Materialità dell'opera d'arte, Oggetto 3

Carla Lonzi[1968]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italy

Fotocopia dell'articolo Tecniche e materiali, a cura di Carla Lonzi, Tommaso Trini, Marisa Volpi Orlandini, «Marcatré», n. 37/38/39/40, 1968; frammento di articolo dattiloscritto con correzioni manoscritte del dialogo con Pietro Consagra.

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  • Title: Materialità dell'opera d'arte, Oggetto 3
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [1968]
  • Transcript:
    TECNICHE/MATERIALI di colore, il pennello non c'entra: è colore inteso nel senso di colore e non di pittura. Faccio per darti un esempio molto tranquillo: i mezzi di signer rappresenta la volgarizzazione trasporto. C'erano i cavalli, poi è stato inventato il motore, mezzi di trasporti tutti e due, ma non il vete- rinario diventava meccanico e nem- meno il motore è stato messo in pan- cia ai cavalli perché sgambettassero di piú. Era un'altra cosa. Non in antitesi, un'altra cosa. Ora, c'è sem- pre questo gran bisogno di voler di- stinguere. specialmente parlando di noi stessi perché capita che ti guar. dano questo nella stessa maniera in cui guardavano un altro. Noi siamo stati coinvolti, vale a dire abbiamo usato gli stessi veicoli: le gallerie i musei, ecc. Anche, immagino, i mo- tori uno li ha messi nelle stalle al- l'inizio. ENZO MARI D. L'apporto della tecnologia e del- l'industria è fondamentale per risol- vere i suoi problemi estetici? R. Intanto bisogna separare i due argomenti contenuti nella domanda, e cioè tecnologia da industria. La pri- ma (e si intende qui, ovviamente, per tecnologia la consapevolezza delle tecniche) è stata ed è sempre un fat- to fondamentale per i problemi a ca- rattere estetico a meno che questi non riguardino la pura speculazione filosofica. Se poi si intende sottoli- neare l'aspetto particolarmente ricco e diversificato che la "tecne" ha as- sunto nella nostra epoca, anche in questo senso costituisce un fattore positivo. In quanto all'industria, strumendo per la produzione di serie, non va dimen- ticato che l'impresa di produzione, per forza di cose, condiziona ogni sua attività al guadagno. Ne consegue che, se anche in qualche caso è possibile la produzione in serie e una conse- guente larga divulgazione di beni di consumo a funzione unicamente este- tica (non voglio complicare il discor- so allargandolo al problema del de- sign), quasi sempre la preoccupazione del guadagno porta alla mistificazio- ne del prodotto D. La ricerca tecnologica può aiu- tare quella estetica e viceversa? R E ovvio. Da sempre. C'è da ribadire piuttosto che la ri- cerca estetica non ha alcun senso se condotta a livello individuale, cioè al di fuori di mezzi di verifica oggettivi. GIANNI COLOMBO D. Mi definisca la sua posizione di operatore e l'incidenza delle tecniche nelle sue ricerche estetiche. R. Escludendo di voler dare una de- finizione generale e definitiva del no- stro lavoro. ci limiteremo a conside- rare che, almeno fin qui, sia che il nostro sperimentare abbia rivolto il suo interesse prevalentemente verso il raggiungimento di risultati plastici "finiti", oppure prevalentemente sul- le metodologie per raggiungerli, op- pure prevalentemente nell'indagine sul comportamento del fruitore. nostra principale preoccupazione è stata quella di evidenziare il problema dei rapporti intercorrenti fra autore, ope- ra, fruitori, al fine di portare a sem- pre nuove conseguenze di fruizione estetica i risultati dell'integrazione fra i modi della comunicazione visiva D Qual'é, secondo lei, l'attuale rap- porto tra arte e tecnologia? R. Se per comunicare l'uomo ha sempre usufruito degli strumenti di cui ha potuto disporre nel suo tem- po, ne consegue che nella evoluzione dei mezzi della comunicazione visiva (includendo in essa anche quella che tende a darci informazione estetica) le nuove possibilità tecnologiche gluo- cano un ruolo di primo piano. É oggi largamente diffuso, e spesso malinteso, l'impiego di nuove tecni- che nella costruzione di opere tanto da determinare nuove tipologie e ca- tegorie di opere, ma certo non si è ancora utilizzato tutto quanto la più recente evoluzione della tecnica ci ha portato, tali risorse, è prevedibile. verranno presto adottate, non solo per la costruzione di oggetti, ma an- che come strumenti che ci aiuteran- no nella fase di ideazione e proget- tazione dell'opera e quindi anche nel campo delle "arti" visive (come è già avvenuto da tempo in altri campi di ideazione e ricerca tecnica e scien- tifica) nuovi procedimenti più pro- grediti interverranno a destituire sem- pre piú dalla loro condizione privile- giata, antichi valori quali: l'impor- tanza dell'intervento diretto dell'auto- re, delle sue scelte soggettive, del suo talento manuale. MARCIA HAFIF D. Che valore e che funzione dal alla tecnica nell'arte contemporanea? R. Direi che la possibilità di speri- mentazione tecnica è una delle basi dell'arte contemporanea, anzi è lo sviluppo della tecnica in tutti i sensi che in qualche modo ne ha deter- minato le forme. Non dico che sia obbligatorio ado- perare tecniche nuove, ma penso che non ci sia pittore d'avanguardia che non ne sia influenzato. I colori acri- lici per esempio - che io uso - permettono di realizzare un tipo di colori che l'olio non ha. Nuove tec- niche hanno reso possibile una nuova pittura. Le sculture di plastica hano vantaggi di durabilità, di leggerezza, ecc. ma TECNICHE/MATERIALI 83
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