TECNICHE/MATERIALI
porre ai tecnici qualche miglioria su
prodotti in commercio, nient'altro, an-
che se manco di materiali che po-
trebbero meglio risolvere i miei pro-
blemi estetici e so quali dovrebbero
essere. Ne ho parlato con alcuni in-
gegneri e mi hanno confermato che
certi problemi, che capiscono per-
fettamente, stanno risolvendoli.
D. Quindi l'informazione dovrebbe
essere reciproca, l'industria dovrebbe
conoscere le vostre difficoltà tecni-
che, è cosi?
R. Si per quanto mi riguarda lo ho
sempre pensato all'ambiente totale
e uno dei miei problemi è stato quel
lo di serificare le pannellature che
mi danno questi ambienti di luce.
Ciò riguarda direttamente la produ-
zione normale di serie, che ha già
prospettato le soluzioni che saranno
normali nel dopodomani, non dico
domani perché probabilmente non ci
si arriverà ancora. Ma è anche vero
che continuano qui a Milano a co-
struire per esempio case con il punto
luce centrale al soffitto, per cui biso-
gna prevedere una continua proget.
tazione di plafoniere o di lampade
con la tige come al tempo della non-
na, e ciò fa retrocedere sempre da
queste nostre soluzioni che hanno
già eliminato la lampadina, il como-
dino da notte e tutte queste storie.
In questo senso, l'industria è interes-
sata alle nostre proposte avanzate.
D. E c'è naturalmente un problema
di costi, lo hai accennato all'inizio.
R. C'è un enorme problema di co-
sti, questo è un problema gravissimo
perché attualmente sono ancora cosi
poco usati certi materiali, e non parlo
tanto del vetro quanto dell'alluminio.
che la ricerca tecnica non può es-
sere approfondita, e le poche serie
che escono sono poco studiate e
hanno costi molto alti. C'è poca ri-
chiesta e quindi uno sviluppo limi-
D Per quali ragioni preferisci il le-
tato proprio in quella ricerca che do-
vrebbe favorirci.
gno ai materiali sintetici?
Ř. Soltanto ragioni pratiche, dal mo-
mento che il materiale non m'interes-
sa come percezione qualitativa, ma
solo come elemento funzionale e sup- C'è un rapporto tra i tuo lavoro
porto concreto di una percezione ba- il "design
sata sul colore e sulla dimensione. R. Certamente vi è un'analogia nel
Le ragioni pratiche sono: a) facilità ciclo di realizzazione: progettazione
di reperimento e lavorazione artigia- con schizzi e disegni in scala e rea-
na; b) basso costo rispetto ai mate- lizzazione pratica di tipo artiganale.
riali sintetici: c) possibilità d'inter- E forse è insita anche nella dimen-
vento con diversi cicli di verniciatura sione percettiva dei miei lavori, che
e laccatura. L'inconveniente princi- sono orientati verso un'idea di am-
pale consiste nel fatto che gran parte biguo equilibrio tra oggetto reale e
del ciclo di laccatura (alla nitrocel- struttura astratta: esempio, i tavoli di
lulosa) potrebbe essere evitato, se disegno particolare, che ho fatto fino
non dovessi eliminare pori e venature ad oggi.
in modo da rendere il legno un sup-
porto perfettamente neutro. La verni-
ciatura richiede 13 o 14 fasi tra pro-
tezione, rasatura, stuccatura, liscia-
tura e colorazione vera e propria a
spruzzo
D. L'industria può risolvere ogni tuo
problema tecnico?
R. In genere no, l'industria tende a
risolvere problemi che stimolino solo
un maggior consumo; le sue esigenze
sono puramente economiche. Nel mio
caso c'è un'eccezione: una piccola
industria altamente specializzata nel-
la fabbricazione di vernici speciali
collabora a risolvere i miei problemi.
Grazie ad essa, ho ottenuto una ve-
ra e propria plastificazione del le-
gno, con un aumento della sua resi-
stenza meccanica; lo ricopro con uno
stucco a base di cloruro di polivini-
le, e dopo la lisciatura e una mano
di isolante a spruzzo, lo coloro con
vernice poliestere che ha la durezza
della porcellana. Trattato in questo
modo, l'obece costituisce per me, e
in questo momento, l'optimum.
D. Parlami dei colori, dato che sono
cosi importanti nel tuo lavoro.
R. Dapprima ho usato vernici alla
nitrocellulosa mescolate con pasta -
pacante per avere il "semiopaco
Mescolo sempre tinte basi per otte-
nere la tinta sul campione che mi
sono preparato a tempera o che ho
scelto da una cartella di colori di
una marca industriale. Ho una car-
tella di colori ideali che comprende
piú di 300 tinte e l'aumento conti-
nuamente ad ogni studio di colore
che faccio: ne studio tutte le grada-
zioni di timbro e di tono: esempio,
tra un rosa giallastro e un bruno ro-
sato ho ottenuto 84 tinte tutte diverse
tra loro. Ora uso vernici poliestere
poliuretaniche, cosi ottengo piú fa-
cilmente le tinte basi più difficili e
con la percentuale di pigmento da
me desiderata: i colori industriali
hanno una pigmentazione piuttosto
scarsa. Quindi la mia scelta ora va
all'origine del colore, al pigmento di
cui ho parecchi cataloghi. Grazie alla
collaborazione industriale, produrro
presto lavori nuovi con colori metal-
lizzati di un'intensità e forza mai vista
nell'applicazione industriale o artigia-
nale. Questa nuova possibilità crea.
tiva mi viene proprio dall'informazio-
ne tecnologica e dall'assistenza tec-
nica della fabbrica a cui ho accen-
nato.
GIANNI PIACENTINO
D.
e
D. Hai potuto risolvere tutti i tuoi
problemi nella realizzazione degli
*ambienti cronotopici"?
R. Eh no, non li ho risolti come
volevo. Anzitutto, le misure: avrei vo-
luto superfici continue e non inter-
rotte da strutture, ma dai forni esco-
no lastre di vetro temperato non piú
lunghe di tre metri, e cosi pure per
i profilati che se sono troppo lunghi
debbono essere rinforzati e risultano
estremamente pesanti. Le stesse
strutture, inoltre, devono essere se-
zionate per la solidità della costru-
zione. Anche queste difficoltà dipen-
dono come ho detto dalla limitatezza
della richiesta di determinati mate-
riali. Con un più alto consumo, ditte
come la San Gobain metterebbero in
pratica altri forni per cristalli piú
grandi e piú spessi, ecc.
Ď. Credi che questi problemi inte-
ressino anche gli artisti oltre che gli
architetti, o comunque alcuni di que-
D. Si dovrebbe organizzare anche
da noi un centro d'informazione tec-
nologica come quello patrocinato da
Rauschenberg e kluver negli Stati
Uniti?
R. Sarebbe veramente auspicabile la
costituzione di un simile centro, in
modo che l'informazione tecnologica
diventi veramente facile, senza inutili
70
sti e di quelli?
R. Per quel che ne so io, non ci
sono artisti che s'interessano a pro-
blemi del genere. Qui devo essere
molto cattiva purtroppo, ma tutti que.
sti artisti delle nuove ricerche non
vedono più in là del loro oggettino
per cui non potranno mai proporre
grosse soluzioni ambientali.
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