Il manufatto appartiene a una serie di medaglioni in cui il ritratto è definito col pennello a chiaroscuro sul rovescio ed è poi ricoperto da foglia d’oro, che spicca sul fondo scuro. Questi vetri potevano avere destinazione cimiteriale, cioè effigiare il defunto sul loculo, oppure essere montati in una cornice metallica e usati come gioielli. Stilisticamente si può mettere in rapporto con i ritratti coevi del Fayum (e in generale con la ritrattistica alessandrina. Il volto, tratteggiato con intenso realismo, nei tratti somatici come nella capigliatura – tipica della famiglia dei Severi – potrebbe appartenere a Marcia Otacilia Severa, come sosteneva l’antiquario parigino da cui d’Azeglio acquistò il medaglione nel 1869.