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Palma nana

Valley of the Temples

Valley of the Temples
Agrigento, Italia

E’ l’unica palma che cresce spontanea su quasi tutte le coste del Mediterraneo occidentale, dove vegeta nella macchia. Il nome del genere deriva da due vocaboli greci: 'khamai' (>lat. 'chamae'), piccolo, nano, prostrato, e da 'rhops', arbusto, cespuglio, in riferimento al portamento della pianta. L'epiteto specifico dal lat. 'humilis, -is, -e' (<'humus'), terra, da cui il nome italiano 'umile', riprende il significato del nome greco. Ha rivestito nella storia un ruolo importante: prima dell’introduzione dei cereali, avrebbe costituito l’alimento di cui si nutrivano le popolazione dell’isola; in antiche monete siciliane sono raffigurate le sue foglie a ventaglio. Sempre nell'Isola, si cacciavano le streghe che apparivano a mezzogiorno, tagliando con forbici di acciaio tre foglie di palma nana e recitando contemporaneamente una formula magica. Le fronde si utilizzavano per lavori d’intreccio, stuoie, borse dette coffe e per le scope dette giummarre; il crine per imbottiture e cordami. Goethe in "Metamorfosi delle piante" (1790) così la descrive: "Le foglie che sorgevano dal suolo erano semplici e fatte a lancia; poi andavano dividendosi sempre di più, finché apparivano spartite come le dita di una mano spiegata."

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  • Titolo: Palma nana
  • Sede: Agrigento, Italia, 37.290879,13.585206
  • Diritti: Archivio fotografico del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi
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