«La Bella Addormentata è il nome che l’immaginazione popolare ha dato a delle montagne dell’Appennino, che sovrapponendosi disegnano una figura di donna sdraiata. È un’immagine che mi è stata sempre intorno, nei diversi studi. L’ho sempre dipinta colpito dalla diversa luce che ricolora il colore della grande montagna» (DI PIETRANTONIO, 2007, p. 7). Ettore Spalletti si innamora della sua terra ogni giorno, e ogni giorno il suo lavoro ne viene influenzato sullo studio dei colori, dei dettagli, del rapporto con lo spazio circostante. Nell’opera esposta l’artista adagia l’azzurro del cielo sul grigio delle cime abruzzesi, abbandonandosi a quell’“immaginazione dei colori” che lo fa viaggiare: «A volte un colore mi porta così
lontano, dentro la luce, […] in un luogo diverso, ma sempre dentro di me» (IVI, p. 7). Sulle sue opere si condensano le atmosfere rarefatte che l’artista respira, in un pulviscolo di pigmenti, come epifanie di colore e di luce. Testo di Cristina Antonia Calamaro Bibl: G. DI PIETRANTONIO, Ettore Spalletti. Intervista, in «MU6. Il giornale dei musei d’Abruzzo», II, trim. n.4, L’Aquila 2007, pp. 6-7.
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