Il Monumento a Lancino Curzio, poeta milanese morto il 2 febbraio 1512, fu commissionato dal fratello del poeta e destinato alla chiesa di San Marco a Milano. Questa stele, databile al 1515, è la prima opera nota del Bambaia, qui aiutato dal Cristoforo Lombardo detto il Lombardino. All’epoca di questo monumento il Bambaia aveva già superato i trent’anni ed era dunque un artista esperto e sicuramente ben inserito nei circoli intellettuali milanesi, dato che gli veniva affidato l’incarico di celebrare un poeta molto noto all’epoca. Il Monumento a Lancino Curzio non è dunque l’opera prima dell’artista, ma l’attività da lui svolta in precedenza è ancora oggi ignota. Il Monumento mostra le mature capacità scultoree dell’artista e la conoscenza approfondita del repertorio classico ottenuta grazie a un viaggio di studio a Roma tra il 1513 e il 1514. La maestria del Bambaia nel lavorare il marmo, testimoniata da questa stele dedicata a Lancino Curzio, aveva suscitato anche l’ammirazione del Vasari, che lo ricorda nelle “Vite”.
Interessante notare lo spirito paganeggiante che caratterizza il monumento: ogni riferimento all’oltretomba cristiano è cancellato a favore dei riferimenti all’Olimpo classico, con le Grazie, pegasi alati e figure allegoriche femminili. La figura alla sommità del monumento è stata riconosciuta come la Fama, probabilmente a voler suggerire che l’unica possibilità di vita dopo la morte è affidata alle opere e alla notorietà che ne consegue.