Questo dipinto, quasi certamente identificabile con un'opera eseguita per il conte Fava, è stato considerato uno dei più intensi dell'artista ormai trentenne, al colmo delle possibilità espressive. Vi si intravedono i nobili modelli della tradizione emiliana, da Simone Cantarini a Guido Reni fino a Ludovico Carracci. E' riferibile ai primi anni del Settecento.