il manifesto
AGOSTI DALLA PRIMA
Carla Lonzi,
il teatro della vita
.
grandt spettacoli di regia russi
Il bilancio della situazione ita
liana i fitto di novità pienn di
punti di vista personali, da un
singolare excursus dannunzia
no all'apprezzamento per Sironi
O a uno schizzo su Sonsani on
un invito a meglio comprendere
il ruolo di Marissi. Ma il valore
di questo libro non sta nelle sin-
gole riscoperte né nella loro
somma, ma nemmeno in un
astratto rimpianto per la sceno
grafia dell'età barocca dove le
sembrava che stesse la tradizio-
ne vera del teatro.
MARIA LUISA BOCCIA
Forse è vero per chiunque, como o
donna, abbia scritto e pubblicato non
Der mestiere, ambizione intellettua
le, ma per acquisire e comunicare la
sua piccola verità. Certo è vero per
Carla Lonzi non c'è scritto che ap
paia o sia, almeno in parte casuale,
overo debitore a qualche obbligo
opportunità, convenienza. Neppure
la sua tesi di laurea, che rifiuto dine
laborare a fini di pubblicazione, co
me Roberto Longhile propose.con-
siderandola un'esperienza conclusa. .
Eppure l'interesse per il teatro, nato
in un soggiorno a Parigi nel '52 cche
motivo quella sua prima ricerca, lori
troviamo fortemente motivato nell'ul
timo impegno della sua vita, rimasto
incompiuto, lo studio sulle Preziose
che si proponeva di pubblicare colti-
tolo Armande sono iol, un classico
della psicologianella linea persegui-
ta dall'autrice. Imateriali da leirac-
colti sulle Preziose sono stati pubbli-
cab nel '92, con i titolo da lei scelto,
nela colana Prototipi- degli Scritti
di Rivolta femminile, a cura di Marta
Lonzi, Angela Di Carlo e Maria Delfi-
no. Accompagna il libro la cassetta
del coloquio tra Lonzie Anna Piva,
del 18 marzo '81, ed è una vera emo-
zione, farsi guidare dala sua voce
nella scoperta di legami, passagei
P
A TRATTAZIONE procede
serrata e si basa su una rin
cerca approfondita di dati
e di fatti. Solo, qua e là, qualche
corto circuito nelle frasi, qual-
che aggettivo espressionistico e
un filo appena di autobiografia
nelle note. Non c'è nessuna con-
Cessione al gusto per lo scrivere
bene tradizionale, nessuna delle
inutili frasi di raccordo che
ROPRIO verso la fine della
vita, a cavallo tra gli anni
settanta e gli ottanta, si ria-
pre spazio per la ricerca storica,
anche se la parola stessa ha or-
mai mutato significato. Nel frat-
tempo le vicende dell'arte con-
temporanea hanno confermato
le schierature di valori sostenute
intermittenze, che segnano il biso-
spesso riempiono le tesi
di lau con vistoso anticipo da Carla eno di fare stora, non per ripetere
Dagli scritti di critica d'arte
se letom da se po che nasce al «Manifesto di Rivolta femminile»,
nel segno dell'autocoscienza
che le interessa. Come da un'esi-
genza interiore nasceva la ricerdalvissuto, e dal momento particola
ca sulla scenografia e sul mondo
del teatro delle avanguardie, in
teso probabilmente come zona
di libertà espressiva, cosi oral's
splorazione dei circoli delle Pre-
ziose del Seicento francese di
venta ii contraltare del gruppo
di Rivolta femminile. Tra la
Grande Mademoiselle e Made
leine de Scudéry finisce la Vita
di C. Loni esemplare come
quello delle Sante che leggeva
da ragazzina.
dunque, non esigeva l'imitazio-
ne di inimitabili forme dell'e-
spressione, legate ad altro gene-
razioni e ad altre esperienze, ma
implicitamente riusciva ad esor
tare alla ricerca dei modi piu ef-
ficaci per esprimere certi con-
cetti
1 Rapporti tra la scena e le arti
figurative dalla fine delle
non sono solo un libro fatto di
altri libri, e non tanto per via del
l'argomento. Carla Lonzi, anche
per ragioni di anagrafe - era nata
a
Firenze nel 1931 - purtroppo
ha avuto la possibilità di vedere
dal vero ben pochi degli spetta-
coli che ricostruisce. Il suo cam-
po non sono le sale dei teatri, ma
i loro archivi storici, alle cui
condizioni di fatiscenza dedica
una pagina bellissima, che in
pin casi è ancora vera. E' una
specie di giro d'Italin tragligt
buzzini con i topi e le cimici
dell'Opera di Roma, il grandi-
sordine della Fenicula usi-
tuazione caotica del San Carlo:
e su questo motivo, con un so
spiro civile e prima di una cita-
zione di Auden dal programma
di sala del Make's Progress, si
chiude, senza retorica, il grande
libro di Carla Lonzi.
ELL'ULTNA parte del testo
il materiale raccolto negli
archivi del teatri lascia il
posto ad un sistema di intervi-
ste e di colloqui con gli artisti,
dat l'estrema genericita della
critica teatrale in materia. E'
qui che va in lavorazione il nie-
todo critico, fondato sul contatto
personale, che requer l'Autori
tratto del 1960. In questo libro,
che è il più bel libro di arte con-
temporanea degli anni sessinta,
Carla Lonzi riunisce quattordici
artisti per una sorta di cena lette-
raria, riedizione moralo e rivolu-
zionaria dei Deipnosofisti di
Ateneo o dei Saturnali di Ma-
crobio.
N
Colpisce il tempismo delle
scelte del presenti (da
Kounellis
a Paolini), il ritmo naturale del
dialogo, la felice scelta delle il-
lustrazioni, l'acutezza delle ri
flessioni sulle Vire vasarian in-
canta Pascali che entra in scena
con un sA me piace il mare...a
me piacciono le bestie. , vi-
sto che era morto pochi mesi pri
ma, poteva suonare gli come le-
vocazione di uno spettro. Ma
grava su tutto il senso di un con-
edo necessario dagli artisti e
dal loro mondo ora che il ntolo
della critica, ridefinito per
sem
pre, richiedeva altri impegni, e
ne viene dunque, l'anno succes
sivo, Sputiamo su Hegal. Ce
una sostanziale coerenza di pen
siero, e non solo di filosofia del
la vita, in questo passaggio, co-
me è ribadito in un testo della
sorella di Carla, Marta, premes-
so all'edizione dei Rapporti
la talpa libri
Carla Long
RAPPORTI TRA LA SCENA
ELE ARTI FIGURATIVE
DALLA FINE DELL'800
Oische
PO.XX + 190 · £. 115.000
dal 79 momento in cui avete samo
cessita di fare un balzo, per sfuggi
reala ripetizione, e allo stesso tem-
po riprenderei punti teorici dicui mi
sento responsabile
Due brevi annotazioni tratte da "Ar-
mande, consentono di ricongiunge-
re questo momento maiuro agiinle
ressie scritti sull'arte che precedono
il femminismo. Cosiriassume le con-
vinzioni delle quali si sente personal
mente responsabile: -L'arte si fanel
modo in cui è stata fatta dall'uomo) e
si ripete nel modo in cui è stata pe
tuta dalla donnal... La liberazione
della donna della vecchia identità
porta alla fine dell'arte come è stata
concepita finora. Infatti presa co-
scienza del perché lei stessa siindi
rizza all'arte promossa dall'uomo, da
questa stessa rivelazione perde l'in
centiva e l'uomo-perdendo la donna
come aspirante-perde la certezza
della sua opera. In fondo non é cosi
sbagliato parlare dicastrazione: un
simbolo dovrebbe partire, il fallo ap
punto. E a proposito del teatro: Ca
pivo che il teatro metteva in scena
proprio delle posizioni della vita. Non
è come il romanzo che filtra tutto at
iraverso l'autore, e molto soggetti-
vizzato. Capivo che il teatro deveri
flettere delle cose dela vita e quindi
deve riflettere dei dialoghiveri...,
Quando nella primavera del 70 Lonzi
inizia con
Carla Accardi e Elva
notti l'elaborazione del Manifesto di
Rivolta femminile, la sua vita cono-
sce una discontinuità radicale. Forse
per nessuna come per lei è stato cosi
profondamente vero che l'inizio di
questa esperienza harappresentato
un taglio, a partire dal quale niente è
rimasto inalterato. Ma un taglio, non
azzera, non toglie significato al pri
ma piuttosto lo attribuisce, poiché
riordina e riconnette eventi, parole,
passione esperienze con il filo dela
presa di coscienza. Cosi se per Lanzi
con il '70 termina la sua attività di cui
tica d'arte, non cessa certo la sua in
terrogazione sull'arte, il suo pensiero
anzi si rafforza e approfondisce, gra-
zie a quell'originale modo di pensare
che è l'autocoscienza. Di questa pra
tica di pensiero - a partire da se, dal
vissuto, risignificare il mondo -si so
no avute in questi anni molteplici in
giovedi Il gennaio 1996
terpretazioni, ma la si conosce 50-
prattutto attraverso divulgazi
semplicistiche e fuorvianti del'espe
rienza dei gruppi femministi dei 70.
Gli scritti di Carla Lonzi sono, al con
trario, il esto dell'autocoscienza
Tutti, compresi i testi-teorici del
femminismo, o le poesie (Scocco
ragionato, Prototipi, Scritti di Rivol-
ta femminile, '85); pertino Autori
tratto, il libro
convivio, scritto con le
parole, montate liberamente, racco
te in colloquicon 14 artisti, dal 65 al
'69 led. De Donato, 69). Non è un ca
so che Lonzitornerà più volte su que
sto testo, sul suo rapporto con gli ar
tisti, sul nesso per lei essenzialetra
coscienza e creatività, affatto distin
to da quello opera-istituzioni culturali
Spettatore. Insomma come é impos
sibile comprendere orginale contri
buto che Lonci ha dato alla compren
sione dell'arte contemporanea le più
in generale del posto dell'arte nelle
relazioni umane, senza gli scritti
femministi, cosi e difficile capire a
fondo i suo femminismo-vorrei dire
infedeltà alle sue più autentiche moti-
vazioni e radici - senza conoscere le
sue poesie ei suoi scritti sull'arte.
Oltre Autoritratto, e i due fascicos
dei Maestri del colore, dedicati a
Rousseau (n. 1481 e Seurat in 1781
ai saggi su Marcatre e L'approde
letterario, merita citare l'ultimo arti
colo del dicembre '70.La critica e
potere, in Nac, Notiziario Arte
Contemporanea, n.3. (ed. Dedalol,
e il contributo al catalogo della mo
stra-Identite italienne. L'art en Italie
depuis 1959-, Beaubourg, 1981
Quest'ultimo si motiva, dopo più di
10 anni di assenza dalla professione,
non tanto perché, negli anni '60 ha
scoperto artisti aloraignotier
mai famosi, ma per come lei ha vissu
to quell'esperienza: Una futura cu
scienza e non una complice neghan
ni 60 faceva il suo ingresso come
critica d'arte nel campo de la creative
ta-Ida Biografia di Marta Lonzi e An-
na Jaquinta in Scacco ragionatol.
Ma della sua riflessione sui'arte sono
documenti important Assenza del
la dorne dal momenti celebrativi
Carla Loni nell'obiettivo di Ugo Mulas
Lonzi, il taglio del sé
per rileggere il mondo
della manifestazione creativa
maschile (in Sputiamo su Hegel,
Scritti di Rivolta femminile, 74) Vai
pure, Dialogo con Pietro Consa-
gra, Prototipi, Scritti di Rivolta fem
minile, '81. Numerosi e significativi
riferimenti in Yaci, anzi parla. Dia
rio di una femminista, Scritti di
volta femminile, '78. Quando Carla
Lonzi decide che la sua estraneita a
le istituzioni cultural, ei ruoli profes
sionali, ai meccanismi di riconosci-
mento sociale codificati, è segno
non (o non solo) di una esclusione,
madi una più radicale e effettiva i
proprietà tra la sua parola, la corru-
nicazione e il riconoscimento pubb
co che cerca, ele forme esistenti,
sceglie contestualmente di crearei
mezzi corrispondenti ala pratica di
Rivolta termine. Cosi il gruppo fem
minista più rigorosamente centrato
sull'autocoscienza e anche il primo
gruppo che sperimental'essere im
prenditricidi se stesse. Coni-Ibretli
verdi-nasce la prima casa editriced
donne, con un progetto editoriale
coerente ala pratica del gruppo.
Itesti di Carla Lonzi sono ancorare:
peribili presso la librerie delle donne,
o direttamente presso la casa editri-
ce (piazza Baracca, 8, 20123 Mia
nal. Oltre a quelli già citati ricordos
Sputiamo su Hegel. La donnacli-
toridea e la donna vaginale (con
tiene anche il Manifesto, Sessuali
tà femminile e aborto, Significato
dell'autocoscienza nei gruppi
femministil, '74E' gia politica
(contiene di Carla Lonzi Itinerari di
riflessione) 77: La presenza del-
l'uomo nel
femminismo (contiene
di Carla Loni Mito della proposta
culturale) in un unico cofanetto so
no acquisibila ristampa di Autori-
tratto e la vita di Carla Lonzidi
Marta Lonzie Anna Jaquinta Alle
donne di Rivolta femminile si deve la
cura delle opere pubblicate postu
me, la ristampa di quelle adite, la
conservazione nell
Archivio di Rivolta
dei documenti; oltre ovviamente, ed
cil di più, la continuità di una pratica
che ebbe in Carla Lonziuna inesauri
bile e autorevole fonte.