Mostre d'azte a
Firenze
Nativi
Davanti all'opera di un pittore come il pistoiese Gualtiero Nativi,astrattista, viene fatto
di pensare ancora una volta all'imprudenza con cui l'astrattismo,soprattutto nella singolar
tenzone con il neo-realismo, è stato classificato sia dai suoi apologeti che dai suoi detrat
tori.E pare giusto il momento di chiedere un obbiettivo bilancio ed una necessaria selezione
in seno a tale corrente che, se su un piano generale ha da tempo dimostrato, insieme ad una
vertiginosa prolificita,i segni tangibili della crisi nell'esigenza di continui ridimensio-
namenti, può vantare tuttavia-anche in Italia-oltre ad equivoci e noiosità di ogni genere,
un apporto non indifferente, tempestività di inserimento polenico,sviluppi rigorosi, inson-
ma personalità di livello a cui pare ormai assurdo muovere gli usati rimproveri(ma quasi
altrettanto gli usati elogi) nei termini di evasione,mancanza di impegno umano, distacco
dalla realtà.
E' un incontro corroborante quello con i quadri e i disegni (1955-1956) di Netivi esposti
alla Galleria "L'Indiano" proprio perchè subito si avvertono in essi ragioni tutt'ora vali-
de contro il decadentismo e l'intimismo, la grettezza dell'itus conclusus e della propria
sconfitta passione, in nome di una razionalità nuova da recuperare in percezioni limpide,
generose,quali 11 "mondo delle macchine"(con appelli più o meno avanguardistici da circa
mezzo secolo -e risultati egregi dai Futuristi italiani a Léger, dai Gostruttivisti russi
agli Immagolati americani agli ultimi esempi in corso suggerisce non solo come perfezione
di strutture, di congegni e di rapporti,ma come fonte per tentare di comprendere e rendere
significanti i nuovi processi mentali dell'uomo nell'ambiente tecnico e soprattutto per la
sua ottimistica a prospettiva di progresso, di benessere e di civiltà. Un modo, anche se in-
completo e non esente da rischi, di volere una presa di coscienza sulla realtà, particolar-
mente intelligente a Firenze nelle condizioni di modernità che sappiano.
Anche Nativi, come Berti che espose poco tempo fa alla "Strozzina", appartiene al gruppo a-
strattista fiorentino che nel 1950 lanciò il Manifesto dell'Astrattismo classico e che pa-
re tutt'ora,in varie misura, assai attivo.Rispetto ad altri che hanno sentito l'esigenza di
riportarsi axcontenuti di drammatica espressività, sia pure in noduli non figutativi,Nativi
ha cercato piuttosto di approfondire i termini della sua scelta geometrica che senza pedan
teria e falsi miti , dispiega luminosità, chiarezza, precisione di forme rispondenti al cerat
tere della moderna produzione industriale e nell'architettura che ne è in arte la rappre-
sentante più qualificata. Colpisce in Nativi, e il catalogo con prefazione di Degand lo met-
te giustamente in rilievo, il carattere disciplinato della sua ricerca, il giusto rapporto
tra fine e mezzo che si manifesta nella cautela tutta interiore con cui viene controllata
la "pittura" e nella coerenza intellettuale con cui sono mantenute vive e sempre più arti-
colate le ragioni della
sua visione astratta, In questo rapporto, che se non è risolto qua-
dro per quadro, lo è ampiamente nell'insieme della produzione,sta una garanzia della sua
qualità.
Chi accetta motivi di emozione solo in una diario psicologico o in un dranna spiegato a-
vrà di che meditare di fronte alle emozionanti, dinamiche strutture di Nativi.Attraverso il
piano, estremamente mobile,sensibile,le membrature si innestano in fremente equilibrio sta-
gliandosi sopra un ideale fondo di convergenza e di sintesi, sovente candido, di una lumino-
Tutta-
sità contenuta,quasi la guida lungo cui scorre il punto di fine dell'angolo oculare."
via nelle opere più recenti si avverte la ricerca di nuove soluzioni, di ritmi più liberi
e ingranati a un tempo, di una luce che spezzi la costrizione del fondo e balzi in primo
piano: ecco che
11 bianco assume
un nuovo ruolo, si arricchisce sheet meta, di vibrazione
affiorando all'orlo de guardare costringere con la sua scoperta presenza a un ulteriore
itinerario luminoso nelllevidente intenzione di rinsaldare il rapporto col mondo e non per
semplice impreziosirsi del "uadro" ormai lanciato in una sua autonoma avventura.Se ben
wha
leffiaren idischer
solappi dilia sua
preparatore di Natior, ahas kelli, i posjettuta
pittura.
fase di interesants