La chiave della favola di Loffredo e del simbolismo ad essa connesso è
probabilmente negli animali ( i rospi, i lupi, i tori, i gatti ad ani=
mali anche pin notturni: vi sono lupi ululanti a notti bianche; quando
poi il fondo è nero, anche se non traffigurata, la luna è presente ).
In certi momenti sembrerebbe un bestiario, ma la favola, romanticamente,
lo tradisce. Le bestie di Lollredo, invece d'essere il simbolo d'un qual
cosa c'altro dal quadro, di accennare a un al di là, sono esse invece la
presenza: attirano sottofondi di coscienza, ultime energie che non posso=
no assumere se non movenze animali; le bestie di Loffredo hanno infatti
vitalità nel punto stesso d'esser simboli: qualcosa di molto concreto sep=
pur distante vi ha preso corpo e luce. Vi è un'aria da licantropo, tal=
volta ( si vedano le scene di luna ): Loffredo sente, in certo modo, che
questo - dell'animale e la luna - è oggi il destino del vagabondo:Cma
esso gli si tratteggia in fiaba: e difatti il vagabondo è ormai una figu-
ra piuttosto appartata, la sua notte se la deve andare a cercare chissà
dove;]tuttavia, questa coscienza in Loffredo non è mai riflessa, apperce=
pita: egli è il rimo a stupirsi ai venir alla luce in un certo modo:
si pensa e, per così dire, è già animale; il suo stupore, l'occhio estati=
co dei suoi lupi, nel mentre fa la favola esegue una sorta di lunare cen=
sura. Per tout que gli animali di Loffredo sono vere e proprie estrofles=
sioni: esebbene simboli, hanno una vitalità e corporeità estreme. Is
Costituiscono insigne la XX**UZEXKXax fortuna e la qualità della voca=
zione di Loffredo: se ne dipartono, forse, tutte le ramificazioni della laN:
vola (sua) in generale.
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