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Mostre d'arte a Firenze. Rubrica di «Il Paese», Oggetto 61

Carla Lonzidicembre 1956 - giugno 1957

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

Articoli per la rubrica "Mostre d'arte a Firenze" di «Il Paese»; raccolta di ritagli stampa e quaderno manoscritto con prime stesure.
Tra le mostre recensite, figurano tra le altre quelle di Pessarelli, Barbaro, Loffredo, Nativi, Peyron, Vespignani, Braque e Rouault, Midollini, Pecchioli, Pini, Rosai.

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  • Title: Mostre d'arte a Firenze. Rubrica di «Il Paese», Oggetto 61
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: dicembre 1956 - giugno 1957
  • Transcript:
    Viviani Giuseppe Viviani è da inten- dere nel clima di crepuscolari- smo non estraneo a sollecitazio- ni metafisiche, novecentiste, per- sino - in accezione particolare - surrealiste, assorbite pero da una disposizione al sentire flo- « reale, fluido, intimistico, in qualche modo visionario. Que. sto per localizzare all'incirca la situazione del pittore (ma so- prattutto disegnatore ed inciso- re), che offre alla «Strozzina una serie di 54 disegni a ma- tita. penna, sanguigna, matita celeste, stecco, rossetto dal 1938 al 1954. Un complesso che trac- cia un sommario percorso questo singolare pittore. Il qua- attenendosi al procedimento di soppesare valori impereetti- bili, millimetri d'ombra, moleco- le di chiaroscuro, spicchi di lu- ce, è riuscito a fare del suo stu- pore qualcosa di timidamente lirico, di flebilmente decadente che se non convince alla prima almeno disarma, invita ad un esame attento del suo paziente lavoro di resa. Cosi acquista un attimo di autenticità la lettera- tura lievemente rancida, l'im- percettibile disagio delle scene di spiaggia con i venditori dal volto di neonati accanto alla ri- gogliosa, stellante merce di co- comeri, ai biscottini senza gusto in forma di cuore, di larva, dei veli esangui che si impigliano tra le volute delle sedie liberty in una animazione quasi scon- veniente, e colombiere, orchi- dee, il battistero di Pisa, foglie di fico e di quercia, busti, ala- bastrini, pesci, calle. fucili... un abbecedario di chincagilerie por- tate in riva al mare, alla luce aperta, magari con il comodino che le conteneva o l'armadio. . Persino il sinistrato sembra un gelataio, magari piu Infantile e demente ancora, con accanto la casetta che si è rotta svelando la propria fragilità di balocco. cosi la serie delle macerie sul mare (1945-1948) sono oggettini di zucchero fato, con un'aria tesa pero un modo di far arre- trare l'ombra, che indica - da lontano lo studio delle vo- lumetrie neo-impressioniste di Seurat. Aria diversa in rari paesaggi dal 1941 al 1945 dove è fermato, con incanto, quel modo di fu- tare il tempo proprio dei cac- ciatori o dei pescatori nelle glornate mosse. Mentre l'ultima serie di ritratti (1953-1954) SCO- pre, a nostro avviso, il lato pin debole ed autolesionista, ma an- che più amaro, di questa favola della mitezza. C. L. Saroni Il torinese Sergio Saroni è pre- sente con nove tele ad olio e vari disegni a inchiostro nella vetrina de La Strozzina , per la prima volta a Firenze. Ne vi giunge in ritardo, semmai in an- ticipo, essendo giovanissimo. del 1935 (come si legge nel catalogo dell'ultima Biennale veneziana). ma chiaramente la questione non e da porre sulle date, piuttosto, come sempre, sulla sostanza, cice sulla scelta che il pittore ha compiuto nei confronti della tra- dizione pittorica e sulla qualità del suo apporto. La prima è avvenuta nell'am- bito di Torino rimasta aperta alle sorti di una pittura che, tra accademie e avanguardie, cerca di stabilire l'incontro diretto tra l'uomo moderno, la sua presen- za viva, cosciente, la sua con- traddittoria testimonianza di progresso e e di incontrollabile polivalenza del progresso stesso. e la pittura i cui elementi disegno e colore - sfuggano al- la forma e alla deformazione ap- prese. Moreni e Spazzapan - attenti in varia misura queste esi- senze - hanno indirizzato Sa- Toni alla vicenda che il pennel- lo o la spatola possono compiere sulla tela in una ricerca ora mi- surata, cauta. accerchiante, orn inseguita a colpl. a scatti per dermare in successive approssi- mazioni quegli aggregati di materia in cui è contenuta la impronta (non quella naturali- stica della versione bolognese, avverte Il catalogo) di una de cisa volontà espressiva Una indicazione che, tramite Saroni, giunge ben accetta in questa stagione di mostre fio- rentine, ad arricchire un discor- 910 non accademico e formale. sulla vitalità e gli orientamenti della pittura italiana, confinato troppo spesso entro i comparti- menti stagni del duello tra rea- lismo e astrattismo. Dove 11 pri- mo termine, a nostro avviso, non puo - a priori - Identif- carsi con formule prestabilite o comunque escludere da sé espe. rienze che si svolgano in altri settori dell'arte moderna, sotto pena di proporre una distinzio- ne formale. Quadri come Mandorli in fo- re», «Dopo la pioggia Ri- cordo di Roveseala (i titoli 11 abbiamo trovati dietro le tele: per una ingiustificata distrazio- ne organizzativa non figuravano nell'apposito cartellino a lato) sono pezzi di press rapida, co- municativa, dove 11 rapporto con le cose e cercato in chiave di reazione personale, non gretta- mente esoterica, nè passivamen- te obbiettiva, con proposito spe- ricolato e rischioso. Non di- remo con questo sarebbe assur- do che i problemi vi siano tutti affrontati a tutti risolti, che vari punti rimangono da chiarire, e da moderare qualche intempe- Tanza e vistosità, qualche spre co, ma certa aspra e irregolare saldezza della costruzione e del- l'impasto: un modo inventivo e vibrante di fronteggiare il mez zo espressivo, una capacità di centrare le proprie immagini, ci cenvincono della forte disposi- zione di Saroni. I mandorli che scoppiano in rosa-acido tra pa- reti brulle e soffocate. la lama di sole che s'incendia nella spec- chiante atmosfera temporalesca. la mano aristocratica del vesco- vo, calcinata sul velluto rosso- cupo (un quadro dove l'abilith gloca un ruolo alla fine eccessivo), la donna che squa- derna il busto larghissimo da atleta in una apparizione Iro- nica e barbarica di matriarcato (ricordo di certe Eve dekoonin- ghiane). i disegni con i clari- netti articolati e pesanti. evnt eatidiremmo, sul registro di basso, lo squarto di bue in ma- niera grande . sono comunica- zioni e scoperte di un contem- poraneo. MOSTRE D'ARTE A FIRENZE
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