Mutterseelenallein (Solitudine) (1989, la grande e complessa installazione il cui titolo tedesco è un’espressione che indica uno stato d’animo unendo le parole “madre”, “anima” e “solo”. Le sedici pesanti teche in legno, feltro, alluminio e vetro sono appese in basso sulle pareti, in modo da accentuare il loro peso, e sono illuminate da una serie di lampade al neon posizionate verticalmente. Al centro di tutte le teche, esclusa una, si vede la fotografia in bianco e nero di una sedia vuota. Tutte diverse, le sedie sono quelle usate da custodi o stanchi visitatori di una mostra a Düsseldorf. Suggeriscono un grande e profondo vuoto, la solitudine di ogni individuo, eppure celebrano anche la poesia dell’attesa, la specificità di ogni sedia e di ogni persona. Come una persona, l’opera cresce e si trasforma nel tempo, scandisce il tempo della sua esposizione: l’opera non esiste fuori dal tempo, scandisce il tempo attraverso le sue trasformazioni e, di conseguenza, scandisce il nostro tempo.
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