Lanfranco Frigeri, questo è il nome completo dell’artista, è pittore dalla lunghissima vita. Dotato di un’acuta percezione surrealista, viene influenzato in giovinezza dalle tavole dei primi fumetti che ha modo di leggere. Negli anni Sessanta inizia a compiere una serie di opere che lo avvicinano ad alcuni temi cari a Salvador Dalì. Donne e altri personaggi situati in paesaggi metafisici, in cui la perfezione del tratto pittorico tende a descrivere non la realtà, ma l’idea della realtà medesima. Figura assolutamente a parte nel panorama mantovano, eppure protagonista a buon diritto di quell’incantato mondo padano che sfugge alle convenzioni dell’arte novecentesca, Lanfranco mostra anche in questa tela la sua immaginazione e il suo senso del colore. Un giovane uomo biondo quasi completamente nudo si staglia davanti ad un cielo intensamente azzurro, mentre un leone ruggente gli si affianca. A destra appare un volto di donna che nelle fattezze è identico al viso del giovane. Dominano appunto i toni del blu, contrappuntati dal giallo oro del leone e delle capigliature dei due personaggi. Un’aura di attesa circonda la scena, che trae la sua forza anche dalla rappresentazione incisiva dei dettagli fisici, mentre gli sguardi della coppia restano rivolti alla nostra sinistra, a scandagliare un infinito insondabile.