Il suo vero nome era Michele Tosini. Fu allievo di Lorenzo di Credi ed in seguito di Ridolfo del Ghirlandaio, a sua volta figlio del celebre Domenico, di cui per riconoscenza volle prendere il nome. Fu esponente ragguardevole del manierismo fiorentino, soprattutto dopo il periodo di collaborazione con il Vasari nell’affrescatura del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Del manierismo, appunto, denuncia in genere gli stilemi: le figure monumentali allungate, il vasto uso della gamma dei colori contrapposti, la costruzione complessa del soggetto. In quest’opera, che ancora risente del periodo di formazione, vediamo San Giuseppe e i Magi circondare la coppia formata dalla Vergine e da Gesù Bambino in fasce, quasi a proteggere entrambi dalle avversità del mondo. L’ambientazione è francamente popolare, la squadratura degli edifici ancora incerta.
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