Il
quadro fa parte, insieme ai “Fiori” di Giorgio Morandi e al “San Sebastiano”,
di autore anonimo del XVII secolo, della donazione di Nicoletta Braibanti. Realizzato
nel 1926, l’anno del definitivo trasferimento di de Pisis a Parigi, l’opera sembra
anticipare lo stile della serie delle sue bellissime nature morte degli anni
Trenta. In questa Natura morta con funghi
il senso di disfacimento e di morte emerge da una composizione che parla della
caducità delle cose. Quasi come un poeta, de Pisis traduce nella sua messa in
scena compositiva le emozioni suscitate dalla realtà che lo circonda e dal
senso di fine e di provvisorietà dell’esistenza.