La migrazione delle persone che si spostano dalla campagna alla città o dei rifugiati che fuggono dalle zone di guerra richiederà la costruzione di enormi quantità di abitazioni. Dato che potrebbero non esserci abbastanza risorse né abbastanza tempo per realizzare edifici di qualità, avremo bisogno di sviluppare nuove strategie o, per essere più precisi, di recuperare qualche strategia dimenticata. L’incrementalità era una strategia piuttosto comune in America Latina nei tardi anni sessanta e nei primi anni settanta. Fu implementata in varie versioni al fine di garantire ampio accesso ai servizi igienico-sanitari (essendo la salute pubblica al centro del processo di urbanizzazione) e alla terra (impedendo che i sobborghi informali occupassero illegalmente la proprietà privata). Nella maggior parte dei casi si trattava di definire una geometria di base stabilendo i lotti e le strade in cui installare servizi essenziali quali l’acqua, la fognatura e l’elettricità. Sfortunatamente, nonostante il miglioramento dei servizi igienico-sanitari e la tutela della proprietà legale, nella maggior parte dei casi la qualità urbana generale era piuttosto scarsa. Forse perché il rapporto tra spazio pubblico e privato era lungi dall’essere ottimale, e forse perché il principio che prevaleva era quello di una famiglia per lotto. Nel corso del tempo le persone presero a costruire autonomamente, ma il risultato che ne derivò fu un ambiente urbano sovrappopolato e degradato, anziché un uso della terra più efficiente e intensivo.
Pertanto, c’è bisogno di una seconda generazione di urbanizzazione incrementale. Un indizio su come procedere è offerto dal progetto “Grundbau und Siedler”, presentato da BeL all’IBA di Amburgo nel 2013. Una specie di “Casa Domino” (come il progetto sviluppato da Le Corbusier nel ventesimo secolo) la cui semplicità strutturale consente una costruzione semplice, veloce ed economica, facilmente completabile e modificabile da un successivo intervento del proprietario. Ma BeL ha introdotto un paio di differenze fondamentali: l’edificio non è a due, ma a più piani e, di conseguenza, ha una dimensione più collettiva che individuale. Ciò che è interessante nella proposta di BeL è la consapevolezza che questo sistema aperto permette di ottenere non solo un’efficienza costruttiva strategica, ma anche una certa flessibilità culturale. La cornice neutra formata da travi, solette e colonne può acquisire uno specifico linguaggio architettonico a seconda del retroterra culturale delle persone che occupano l’edificio. È sorprendente la scarsità di esempi di edilizia incrementale nel mondo se si considerano i vantaggi socio-politici, gli evidenti incrementi di efficienza e l’enorme bisogno di un simile approccio.
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